Agenzie matrimoniali: i luoghi comuni vanno smentiti
I giornali e le televisioni propongono storie d’amore e promesse di felicità che durano tutta la vita. Quante volte ci siamo imbattuti in promesse di questo tipo che non hanno, all’apparenza, inganni? A volte, purtroppo, ci sono persone di dubbia moralità che giocano con i sentimenti altrui, fanno i propri interessi ed illudono ulteriormente chi ha già avuto esperienze negative.
Trovare l’anima gemella è sempre più difficile, incontrarla grazie ad un estraneo sembra impossibile. Le agenzie matrimoniali, nate per risolvere il problema dei cuori solitari, hanno la grossa difficoltà di superare i luoghi comuni che le descrivono con tutta la negatività possibile. Credere alle malignità è la via più semplice da seguire, ma spesso non è la strada giusta. A riprova di quanto affermato, abbiamo raccolto la positiva esperienza di una persona (che preferisce restare anonima) che ha trovato la felicità grazie ad un’agenzia matrimoniale.
Come mai ha deciso di intraprendere questa strada?
"Nella vita di ogni uomo esistono dei momenti più o meno sereni. In una fase non propriamente felice della mia vita ho deciso di cambiare radicalmente la mia situazione affettiva rivolgendomi a quelle che, erroneamente, i luoghi comuni dipingono come strutture poco serie: le agenzie matrimoniali. Il mio primo approccio con queste realtà non è stato dei migliori, anzi. Dopo isolate esperienze negative, dovute alla poca sensibilità incontrata, ho trovato finalmente quello che cercavo".
Cosa si aspettava e che cosa cercava?
"La mia speranza, avvicinandomi alle agenzie matrimoniali, era quella di poter trovare una persona in grado di ascoltarmi, di comprendermi e che mi aiutasse: un operatore in grado di compiere tutte queste azioni che fosse quasi una sorta di “amico” ancor prima d’essere un professionista. Delle doti che, esperienze alla mano, a volte sono difficili da reperire".
Alla fine, però, ha trovato la “persona giusta” in grado do aiutarla…
"Ho avuto la fortuna di incontrare un operatore “amico” che, ben lungi dal voler lucrare sui sentimenti, mi ha aiutato a conoscere quella che adesso è mia moglie".
Ci può raccontare quali sono state le emozioni che ha provato in questa esperienza?
"Le emozioni sono difficili da raccontare. Ho conosciuto una ragazza venezuelana che mi ha colpito fin da subito. La lontananza mi ha creato notevoli disagi, ma ha implicato anche dei fattori positivi: il tempo che è intercorso prima del nostro incontro mi ha permesso di comprendere al meglio la vita e la cultura venezuelana. Mi sono costantemente tenuto in contatto con lei e questo mi ha permesso, appena sono riuscito ad incontrarla, di chiederle la mano e di sposarla la sera stessa, a poche ore dal mio arrivo a Caracas".
Quali sono stati i problemi che ha incontrato?
"La diffidenza della gente è la cosa che più mi fa restare male: quando racconto la mia esperienza i commenti negativi si sprecano. Alcune persone non riescono ancora a capire l’importanza di trovare una figura intermediaria che ti possa mettere in condizione di conoscere la donna della tua vita. Non bisogna vergognarsi di chiedere aiuto".
Per concludere, quali consigli si sente di dare a chi vuole intraprendere un’esperienza come la sua?
"Innanzitutto, è necessario diffidare delle agenzie che, attraverso un metodo computerizzato di ricerca dell’anima gemella, ti propongono decine di incontri pur di invogliarti a firmare il contratto con loro. Una volta che si è compreso questo, la speranza è quella di affidarsi alle mani di un professionista che ti sappia seguire e consigliare nella maniera più adatta alle tue esigenze e richieste. La ricerca dell’anima gemella non è la ricerca di una figurina mancante per completare l’album; sfogliare cataloghi su cataloghi non aiuta a trovare la persona ricercata ed è la peggiore strada che si possa seguire. Avere molta pazienza e sapersi mettere in discussione è il primo e fondamentale passo da eseguire. L’ultimo mio consiglio va alle persone che, come me, sono state affascinate da culture diverse dalla nostra: chiedersi prima di tutto se si è pronti, per amore, a vivere delle realtà fino a quel momento sconosciute".
I.D.