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Attenzione a tutto campo

 |  Redazione Sconfini

Sono molti i comitati e le associazioni che conducono battaglie su diversi fronti contro l'inquinamento elettromagnetico. Ma cosa s'intende esattamente con questo termine? Lo abbiamo chiesto alla dott.ssa Anna Bampo, uno dei dirigenti della Sezione di Fisica Ambientale del Dipartimento di Udine dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente.

 

"Dato che per i livelli di campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico presenti nell'ambiente non c'è un rischio accertato di danno - spiega la dirigente - è improprio il termine inquinamento, anche se la presenza di sorgenti che producono questi campi impone, anche in assenza di precise conoscenze di eventuali effetti dannosi a lungo termine, di controllare il territorio e di adottare criteri di precauzione rispetto ai campi elettromagnetici".

 

I limiti italiani si basano su uno studio internazionale: nel 1999 l'organizzazione ICNIRP (Commissione internazionale per la protezione dalle radiazioni non-ionizzanti) ha esaminato dati epidemiologici e di laboratorio per stabilire i limiti di esposizione alle onde elettromagnetiche. L'ICNIRP ha concluso che non vi sono dati certi rispetto alla possibilità di induzione di tumori su cui basare i limiti, quindi gli unici effetti accertati sulla base dei quali definire dei limiti sono il riscaldamento dell'organismo e la stimolazione dei nervi periferici e dei muscoli. Dopo aver calcolato la quantità di energia necessaria ad un significativo aumento di temperatura e la densità di corrente necessaria alla stimolazione dei nervi periferici e dei muscoli, la Commissione ha applicato un fattore di riduzione 50, in modo da tutelare completamente la popolazione. In questo modo sono stati stabiliti come limiti di esposizione 5 kV/m (campo elettrico) e 0,1 mT (campo magnetico) per i campi generati dagli elettrodotti, e altri valori per i campi generati da stazioni radiobase, impianti radio e TV; di questi valori il più cautelativo è 28 V/m.

 

I limiti di riferimento proposti dall'ICNIRP sono stati assunti dalla Raccomandazione del Consiglio dell'Unione europea del 1999 e, quindi, sono stati recepiti dai vari paesi europei o sono stati modificati in senso più cautelativo come è avvenuto nel caso dell'Italia e della Svizzera. In attesa di ulteriori studi, l'OMS (Organizzazione mondiale della sanità) ha adottato nei confronti delle onde elettromagnetiche il cosiddetto "principio di precauzione": si pensa che possa esserci un rischio e si mette in atto un comportamento precauzionale.

 

"La legge italiana - aggiunge la dott.ssa Bampo - oltre ai limiti di esposizione, definisce altri valori più cautelativi, come i valori di attenzione che non devono essere superati negli ambienti abitativi, scolastici e nei luoghi adibiti a permanenze prolungate e gli obiettivi di qualità definiti ai fini della progressiva minimizzazione dell'esposizione".

 

Nel primo semestre del 2006, su incarico del Servizio Ecologia del Comune di Udine, l'Arpa ha effettuato un'indagine sulla presenza, nelle scuole comunali, di campi elettromagnetici ad alta frequenza, generati da antenne radiotelevisive e di telefonia mobile, e a bassa frequenza, generati da impianti elettrici interni ed elettrodotti. "All'esterno e all'interno dei fabbricati - spiega Paolo Di Marco, il tecnico dell'Arpa che ha curato l'indagine - è stata valutata la presenza di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici a 50 Hz e a radiofrequenza. Per ogni scuola, una volta  individuati i valori tipici medi dell'area esaminata, si è proceduto all'esecuzione di misurazioni puntuali, a tre altezze e su 6 minuti, come prescrivono le norme CEI". I risultati sono confortanti: in nessuna scuola sono stati misurati valori superiori ai limiti di legge.

 

"Nel caso della scuola elementare di via Pordenone - continua Di Marco - in cui si è riscontrata la presenza di una cabina di trasformazione ENEL, sarà installata una centralina per il monitoraggio del campo di induzione magnetica. Sono state effettuate misurazioni supplementari nella scuola media di via Petrarca, per lo studio della situazione determinata della presenza di tabelle luminose, e nella scuola elementare di via Derna per la presenza di un quadro elettrico". In quest'ultimo caso sono state date alcune indicazioni per evitare l'accidentale permanenza di persone nelle vicinanze del quadro elettrico.

 

"Abbiamo scelto le scuole per la volontà di monitorare i luoghi sensibili - precisa l'assessore comunale all'Ambiente Lorenzo Croattini - e verranno svolte indagini in altre zone della città, anche per verificare la validità dei dati-simulazione presentati dai gestori della telefonia mobile". "Personalmente - continua - ritengo utile che da una parte Arpa, istituti di ricerca e Università continuino nelle loro indagini, e dall'altra ci sia un uso più razionale della telefonia mobile". Dello stesso parere è il dottor Stefano Padovani, medico del Nucleo di Igiene Ambientale del Dipartimento di Prevenzione dell'Ass. n. 4 Medio Friuli: "A titolo preventivo, dato che gli studi sono ancora in corso, consiglierei di utilizzare gli auricolari, di non fare telefonate troppo lunghe, di non usare il cellulare sempre allo stesso orecchio, e di non darlo, se possibile, ai bambini".

 

Angelica Pellarini

 


In collaborazione con Help! 

 

 


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