Elenco dei ministri prima del voto: la mossa storica di Di Maio sarà premiata?
Per la prima volta nella storia della Repubblica Italiana un partito/movimento politico presenta la squadra di Governo prima delle elezioni. Si tratta del Movimento 5 Stelle, innovatore nello stile e nelle proposte politiche fin dalla sua fondazione (di cui parliamo fin dal 2009), ma che ora fa un salto avanti storico nei rapporti tra "Palazzo" ed elettori.
Conoscere i nomi dei Ministri prima delle votazioni è certamente un'ambiziosa operazione di marketing pre-elettorale perché sei il primo a lanciare il "prodotto" e costringi tutti gli altri a inseguirti ma soprattutto in questo caso sarai l'unico: perché nel centrodestra non si sa neppure se esiste un candidato premier figuriamoci i ministri, da sempre oggetto di trattative estenuanti post voto con manuale Cencelli alla mano, mentre nel centrosinistra Renzi non ci pensa neppure a presentarsi come candidato premier certo di una probabile Caporetto elettorale
Gran parte dell'elettorato apprezzerà questa trasparenza? Ovviamente chi è già schierato tenterà di ridurre l'impatto di questa mossa, di demonizzare qualche ministro in pectore ripescando qualche suo scheletro nell'armadio o di bollare questa operazione come un colpo di teatro neppure ben riuscito.
Ma che impatto avrà tra gli indecisi e quelli che sono orientati a disertare le urne? Qui sta il nocciolo della questione perché se per miracolo il M5S riuscisse con questa mossa a recuperare un 8-10% l'ambiziosissima quota del 40% potrebbe non essere un miraggio.
Gli avversari scarseggiano: il più pericoloso (Gentiloni) è premier uscente e non candidato (ufficialmente); Renzi è l'ombra di un segretario, guardato dai suoi stessi compagni di partito come un appestato e destinato a saltare pochi giorni dopo il voto. Berlusconi che paga la mafia, frequenta prostitute anche minorenni e che è condannato per una maxi frode fiscale e di conseguenza interdetto anche dai pubblici uffici per 6 anni fino al 2019 non può neanche partecipare alla contesa sebbene in tv sembri già il futuro premier.
Salvini con il suo voto di paura e di protesta sarà messo all'angolo o dall'exploit 5 Stelle o dall'inciucio PD-FI in nome della stabilità, della responsabilità e dei patti con l'Europa. Grasso e gli indomiti ex comunisti ormai imbolsiti scalderanno per altri 5 anni una ventina di seggi marginali a meno che non si prostrino davanti a Di Maio per offrire qualche voto al Senato in cambio di qualche provvedimento di facciata. Meloni e Bonino non le consideriamo neanche come competitor ma solo come inutili portatrici d'acqua a coalizioni che non hanno nessun motivo di esistere.
Quindi? Di Maio ha fatto tombola? Più no che sì. Perché i nomi, sebbene mediamente di ottima caratura, preparati nei rispettivi campi e di alto profilo professionale o accademico non sono nomi che scaldano il cuore.
Mancano un paio di eroi popolari (come potevano essere Pertini nel '78, Di Pietro nel '94, Ingroia o Zagrebelski nel '13, Davigo o Di Matteo oggi), teste di ponte tra l'elettorato attento alla valutazione di tutti i profili presentati e i tanti tifosi dell'ultim'ora, quelli che non capiscono assolutamente nulla di politica, che parlano a vanvera citando l'ultimo titolo di giornale letto ma che sono bravissimi a saltare sul carro dei vincitori poco prima che questo tagli il traguardo.
Ad ogni modo ecco l'elenco completo dei ministri "ombra" (11 uomini, 5 donne) presentati da Di Maio. Per quasi tutti loro esiste una scheda su wikipedia. Buon approfondimento!
Economia: Andrea Roventini
Sanità: Armando Bartolazzi
Esteri: Emanuela Del Re
Interni: Paola Giannetakis
Affari regionali, rapporti con Parlamento e democrazia diretta: Riccardo Fraccaro.
Giustizia: Alfonso Bonafede
Pubblica amministrazione: Giuseppe Conte
Sviluppo Economico: Lorenzo Fioramonti
Politiche Agricole: Alessandra Pesce
Lavoro: Pasquale Tridico
Ambiente: Sergio Costa
Sport: Domenico Fioravanti
Difesa: Elisabetta Trenta
Infrastrutture: Mauro Coltorti
Istruzione: Salvatore Giuliano
Qualità della Vita: Filomena Magino
Beni culturali: Alberto Bonisoli