Cellulite: eliminarla del tutto è un’utopia
Parliamo di pannicolopatia edemato-fibrosclerotica. Sì avete capito bene! Una definizione non tanto popolare ma che corrisponde a un problema invece ben noto a tutte le
donne: la cellulite. “Possiamo parlare di un problema sociale – spiega Daniela Raico, estetista titolare del centro benessere Armonia – sebbene si tratti di una piccola malattia; ogni donna, sia essa magra o no, è a rischio”.
Secondo un’indagine Astra-Demoskopea, battezzata Osservatorio Cellulite, il 72% delle donne (il campione è stato composto da 740 soggetti femminili di età compresa tra i 14 e i 54 anni) sa bene di cosa stiamo parlando, ma forse non tutti sanno che la pannicolopatia, anche se più di rado, inizia a colpire anche gli uomini, seppur limitatamente alla zona addominale.
Viste le dimensioni del problema, è più che lecito chiedersi: ma dalla cellulite ci si può liberare? “È inutile credere ai miracoli: bisogna diffidare delle creme magiche e dei trattamenti che in breve tempo garantiscono risultati sorprendenti”, denuncia la responsabile del centro benessere. Se ne deduce quindi che la parola “costanza” diventa un imperativo categorico per quante, e a questo punto quanti, vogliono seriamente affrontare questa patologia. “Sì, stiamo parlando proprio di una malattia”, sottolinea Raico che aggiunge: “La cellulite ha senz’altro conseguenze negative estetiche e quindi psicologiche (pensiamo alla temuta prova bikini estiva), ma in primo luogo è un sintomo di cattiva circolazione che provoca dolore più o meno intenso”.
Esistono due tipi di cellulite: la prima è detta edematosa ed è caratterizzata da una forte ritenzione idrica, che investe gli strati più superficiali della cute; la seconda, detta fibrosa, è generalmente chiamata vecchia o dura e implica un problema di circolazione più grave, il cui effetto è un rallentamento nello svuotamento dei tessuti.
Allora che fare? O meglio, si può fare qualcosa? “Certamente – risponde Raico – però dev’essere ben chiaro che la cellulite si può ridurre e non eliminare completamente”. La strada da suggerire è quella di combinare tre azioni: alimentazione sana, attività fisica e massaggi. Se la prima deve essere consigliata da un dietologo, la seconda garantisce risultati certi quando ci si fa affiancare da un personal trainer in grado di suggerire gli esercizi ginnici specifici per il singolo individuo. Analogamente il trattamento nel centro benessere non può essere uguale per tutti, deve bensì essere personalizzato.
“Buoni risultati – spiega Raico – si ottengono con l’abbinamento di applicazione di fanghi del Mar Morto, bagni di vapore e massaggi. Sotto il fango del Mar Morto, stendiamo sul corpo del cliente un olio essenziale specifico per il soggetto. L’olio essenziale è costituito da molecole di piccole dimensioni che, quindi, possono penetrare più facilmente e più in profondità: sono queste caratteristiche a fare di esso un prodotto di grande efficacia. Dopo il bagno di vapore, meglio noto come Swedana, che stimola la circolazione e l’apertura dei pori, si procede con il massaggio, che può essere drenante e rinfrescante e agire sul sistema linfatico superiore, nel caso di cellulite edematosa, o drenante e riscaldante, per giungere più in profondità, nel caso di cellulite fibrosa”.
L’importante è cercare di affrontare, come già più volte ribadito, il problema estetico-medico affidandosi a seri professionisti e con costanza. E se il massaggio va fatto settimanalmente durante tutto l’anno, è invece bene scegliere le stagioni giuste per le applicazioni dei fanghi: l’autunno appena cominciato e la primavera.
Tiziana Benedetti