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Shuto Araki

114, Il numero telefonico per l'infanzia violata

 |  redazionehelp

Ogni giorno leggiamo sui rotocalchi di bambini scomparsi, abusati o maltrattati da persone adulte.

Il fatto triste, oltre all’evento in se stesso, è che ad essere colpiti sono proprio i più piccoli, chi è privo di quella forza necessaria per contrastare il torto subito. L’oltraggio, però, non è detto debba interessare un adulto e un bambino, perché la situazione può coinvolgere anche due giovani, di cui uno è la parte offesa e l’altro è chi esegue la violenza. In questi casi si è soliti parlare di bullismo e la parte offesa è spesso un compagno più debole o addirittura una persona diversamente abile, che a causa della sua condizione non può controbattere i torti che deve subire. Il Dipartimento per le Pari Opportunità ha promosso, con la partecipazione di Telefono Azzurro, il numero telefonico 114, un numero per chi vuole segnalare una violenza subita da un minore o per chi volesse denunciare, parlare o ricevere un consiglio su cosa fare in seguito ad un danno subito. Attivato il 1° gennaio 2006, questo servizio (attivo dal 2007 anche mediante cellulare) è raggiungibile da tutti i gestori presenti sul mercato e sul territorio, e garantisce l’aiuto per fronteggiare situazioni di pericolo in cui è coinvolto un minore. I dati raccolti nel periodo che va da gennaio a dicembre 2010 hanno evidenziato che gli interventi effettuati sono stati 1.732, segnalati su tutto il territorio nazionale. Gli operatori del servizio sono adeguatamente preparati e in grado di stabilire quando la situazione che si sta verificando richiede un pronto intervento. Quando si riceve una chiamata, dopo aver appurato l’entità del problema, è possibile attivare un sostegno psicologico alla persona colpita dall’offesa e successivamente allarmare i mezzi di intervento territoriale ed altre strutture presenti nella zona del soggetto coinvolto, atte a salvaguardare bambini e adolescenti in situazione di grave disagio/emergenza; se la situazione lo richiede, vengono attivati immediatamente i mezzi di emergenza della zona di residenza del soggetto coinvolto. Qualora vi sia un rischio per l’incolumità psicofisica del giovane, gli operatori del servizio si impegnano a trovare il servizio più adatto nel tempo richiesto dalla situazione. Vediamo ora nel dettaglio in quale modo viene gestita una telefonata e cosa fa un operatore nel momento in cui riceve una chiamata. “La risposta telefonica, cuore dell’attività del servizio 114, è gestita – precisa la dottoressa Valeria Zerbo dell’ufficio stampa del servizio – nelle Centrali Operative di Milano e Palermo, predisposte per funzionare in maniera indipendente e nel contempo in sinergia fra loro. Per ciò che concerne la gestione delle segnalazioni che pervengono al 114, è importante puntualizzare che l’operatore come prima cosa stabilisce un rapporto di fiducia con il chiamante (bambino, adolescente o adulto), lo rassicura e lo calma in modo da riuscire a raccogliere tutte le informazioni utili a definire la problematica per la quale è pervenuta la richiesta di aiuto. La raccolta delle informazioni, attenta ed accurata soprattutto nel caso in cui il chiamante sia un bambino, consente di stabilire il “livello di rischio” in cui si trova il minore, definire le priorità e strutturare l’intervento immediato e a lungo termine”. L’operatore valuta innanzitutto il rischio immediato, per lo più definito da variabili contestuali: se è presente una reazione acuta di choc, se il minore si trova solo a casa o vaga da solo per strada, se l’abusante ha accesso alla casa dove si trova il minore. In questo senso, l’operatore del 114 dovrà adottare tutte le misure opportune a riportare il bambino in una condizione di sicurezza, coinvolgendo le agenzie del territorio ed eventuali adulti tutelanti presenti sulla scena. Gli obiettivi dell’intervento immediato possono essere raggiunti anche grazie al coinvolgimento del 112, del 113, del 118, delle Procure e dei Tribunali. Poiché la maggior parte delle situazioni di grave disagio ed emergenza si verificano all’interno di contesti multiproblematici, oltre agli interventi immediati saranno indispensabili interventi a medio-lungo termine, con l’obiettivo di favorire il ripristino di una condizione di benessere per il bambino, prevenendo il ripetersi di situazioni di emergenza e di grave disagio. “A tal fine – sottolinea Valeria Zerbo – per gli interventi a lungo termine è necessario il coinvolgimento di altri servizi, ad esempio servizi sociali e servizi di salute mentale, che operano nell’ambito della cura e della prevenzione”. Paolo Baldassi


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