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Governo: alla fine il PD cederà ma non per l'Italia, per salvare le poltrone

 |  Redazione Sconfini

Per quanto attiene la formazione del nuovo Governo, dopo settimane di nulla e di schermaglie dialettiche le opzioni sul tavolo del presidente Mattarella sono rimaste quattro.

Ecco secondo noi quelle più plausibili in ordine di probabilità e relativa motivazione:

40% di possibilità - Il PD alla lunga si derenzizzerà e abbandonerà l'Aventino in modo che con l'appoggio anche di Leu darà vita a un governo M5S-PD-Sinistra.

Qualcosa di inedito per il nostro Paese, una rivisitazione dell'Ulivo in chiave maggiormente populista (che non per forza è un male) ma con tutto il background socialdemocratico che tranquillizza i mercati e l'Europa.

Questa è l'opzione più probabile semplicemente perché lo dicono i numeri: il centrodestra nel 2008 al suo apice di popolarità e in uno scenario bipolare raccolse il 46% mentre il centrosinistra, sempre in uno scenario bipolare e al culmine del processo ulivista/unionista nel 2006 raccolse il 49,81% dei voti. Dal 2013 entra in scena un nuovo polo, quello del Movimento 5 Stelle e ovviamente mutano le possibilità di avvicinarsi al 50%. Il centrodestra in questa tornata 2018  raccoglie il 37% dei voti trascinata dalla Lega e non più da Forza Italia, però se vediamo bene perde "solamente" il 9% rispetto il suo picco massimo.

Il centrosinistra incarnato dal crollo PD invece colleziona in quest'ultima tornata appena il 22%. Ci rendiamo conto che parliamo di un -28% complessivo? Una debacle storica, senza precedenti. Dagli oltre 19 milioni di voti dell'Unione di Prodi a 7,5 milioni di voti del centrosinistra renziano passano quasi 12 milioni di voti! E dove sono finiti questi 12 milioni di voti? Il Movimento 5 Stelle ne intercetta nientemeno che 11 milioni, praticamente tutti considerando che l'affluenza è stata più bassa. E' del tutto palese che l'elettorato del Movimento 5 Stelle è un elettorato di centrosinistra, pienamente inserible nelle socialdemocrazie europee. Dal punto di vista storico-politico non avrebbe alcun senso un governo che non sia M5S-Centrosinistra.

Fin qui la logica della storia e dei numeri. Poi ci sono gli uomini: e quelli del PD hanno pagato fior di decine di migliaia di euro al partito per essere messi nei listini bloccati. Tornare alle urne prima della fine della legislatura significherebbe probabilmente tornarsene a casa visto che la polarizzazione è destinata ad acuirsi e un partito considerato marginale dagli elettori (in perenne fuga dalla segreteria Renzi) perdereà sempre più voti.

Per questi due motivi (logica e meschinità) il governo M5S-PD-Leu è il più probabile.

30% di possibilità - Si torna a votare a ottobre, massimo tra un anno.

Questo è uno scenario molto probabile se il PD non riuscisse a liberarsi da Renzi e dai suoi fedelissimi (numericamente sempre meno man mano che passano i giorni) e nel contempo Salvini non riuscisse a liberarsi dalla morsa del Caimano, di quel Berlusconi che ha tantissime armi per tenere a freno le fughe in avanti dei parlamentari leghisti. La Lega infatti al momento è ufficialmente senza il becco di un quattrino (i soldi sono nascosti e sparsi in mille rivoli, associazioni, fondazioni, nuovi partiti, per evitare che la magistratura li sequestri) e inoltre Berlusconi da molti anni ha più voce in capitolo di quanto si pensi nella Lega per via di accordi di lunghissima data con Bossi che includono fideiussioni, fiumi di denaro e la stessa proprietà del logo.

20% di possibilità - Governo Lega-M5S.

Il governo a trazione 100% populista, checcé se ne dica ha basse probabilità di riuscita. Forse Salvini lo vorrebbe davvero ma, a parte il fatto che non può abbandonare Berlusconi per i sopracitati motivi, il M5S avrebbe solo da rimetterci in termini di elettorato. Dal momento che si ritrova in mano un elettorato socialdemocratico e molto spostato verso il Meridione non sarebbe un'idea brillantissima quella di mettersi in casa uno sgherro xenofobo che cantava cori da stadio contro i "terroni". E' verosimile che gli ammiccamenti di Di Maio fin qui rivolti a Salvini servissero per spaccare il centrodestra e nel contempo mostrare agli italiani che Salvini non può fare a meno di Berlusconi, oltre che, costringere il PD a prendere una decisione.

10% di possibilità - Governo con tutti dentro tranne M5S.

Lo vorrebbero Renzi, Meloni, Berlusconi e sarebbe digerito forse anche dalla Lega. Sarebbe la prima volta in Italia e forse in tutto l'Occidente che una forza politica che da sola raccoglie oltre il 32% dei voti resti fuori dai giochi di governo. Per questo difficilmente ci si spingerà a tanto anche perché significherebbe possibili rivolte popolare e un probabile sfondamento del 40% al prossimo giro per i pentastellati. Attenzione però: senza una nuova legge elettorale e un chiaro segnale di Mattarella di tornare al voto, però, questo Governo aumenta giorno dopo giorno le possibilità di vedere la luce.


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