Skip to main content

Scienza e media ai tempi della globalizzazione

 |  Redazione Sconfini

Oggi è più importante che mai che la scienza non resti lontana dalla vita di tutti i giorni e dalla società. I cittadini di tutto il mondo, infatti, sono chiamati sempre più spesso a esprimersi su questioni che sono connesse alle nuove scoperte scientifiche e alle loro applicazioni. Essere informati è quindi di fondamentale importanza.


A chi spetta il compito di raccogliere l’informazione scientifica e trasferirla al grande pubblico? Possiamo considerare tre canali principali: la scuola, i media e gli scienziati stessi. Questi ultimi non sono molti e i migliori di loro sono incredibilmente impegnati. Anche se esiste qualche esempio di scienziato in attività che si dedica alla divulgazione, è chiaro che non può essere questa la modalità primaria della comunicazione scientifica. All’altro estremo, il ruolo della scuola sulla formazione di una mentalità scientifica, è insostituibile e non ci si può che augurare che questo venga perseguito con sempre maggiore impegno. L’aggiornamento continuo, quindi, sulle varie scoperte appartiene principalmente ai media. Tale responsabilità è stata analizzata dal giornalista scientifico Pietro Greco e dal condirettore del Master in comunicazione della scienza della Sissa di Trieste, Nico Pitrelli, nel libro “Scienza e media ai tempi della globalizzazione”, nel quale si osserva il ruolo che i mass media hanno e hanno avuto nei processi di divulgazione della conoscenza scientifica.
Il concetto che più ci premeva mettere in luce – spiega Pitrelli – è lo stretto legame che intercorre tra la scienza e i media e quindi tra la divulgazione del sapere e la democrazia. La scienza è sempre più al centro dello sviluppo economico. Fecondazione assistita, problematiche ambientali, Ogm: sono solo alcuni degli argomenti a cui i cittadini sono sempre più spesso chiamati a rispondere. Sono ambiti in cui la ricerca scientifica e lo sviluppo tecnologico hanno implicazioni profonde, politiche e sociali, permeando ogni spazio della nostra vita pubblica e privata”. “Oggi – prosegue – i mezzi di informazione vivono un periodo di transizione, di passaggio dai media tradizionali ai nuovi che offrono sì tante forme di comunicazione innovative, ma tutte frammentarie, senza riuscire a costituire una nuova fonte autorevole di informazione scientifica. La vera sfida è quella di trasferire al cittadino non solo una mera conoscenza, ma il sapere tecnico scientifico, soprattutto su temi cruciali che riguardano la sua salute, in modo tale che attraverso un’informazione attendibile possa valutare e soppesare con cognizione di causa le informazioni che gli vengono trasmesse”. “La comunicazione della scienza – sottolinea Pitrelli – è un processo che si esprime nel ruolo che la scienza ha nella società e nella capacità che i cittadini hanno di scegliere su temi cruciali, contribuendo da un lato allo sviluppo della scienza e dall’altro allo sviluppo della società”.
“La scienza intesa come sviluppo tecnologico – aggiunge Greco – non assolve solo funzioni culturali, ma costituisce sempre più la leva dello sviluppo economico; inoltre i nuovi media, sempre più schiavi del voler ridurre la complessità del pensiero scientifico, al momento non riescono a soddisfare l’imponente richiesta da parte dei cittadini di voler essere informati adeguatamente”. Siamo entrati nella società della conoscenza, il cui elemento centrale è la costruzione della “cittadinanza scientifica”. “Un concetto complesso – rileva il giornalista scientifico – che riguarda la possibilità di tutti i cittadini di esprimersi e di scegliere consapevolmente, grazie all’informazione che viene loro fornita. Chi è in grado di favorire un pieno diritto di cittadinanza in un mondo in cui la conoscenza è diventata una risorsa primaria di produzione? I mezzi di comunicazione di massa sembrerebbero una possibilità ragionevole, ma ritengo che oggi, da soli, non siano in grado di rispondere a questa richiesta”. “Tuttavia – conclude Greco – allo stesso tempo, senza comunicazione pubblica della scienza, non ci può essere una vera società democratica della conoscenza”.
Ci si augura, quindi, che al più presto si possa individuare un canale di comunicazione autorevole che in modo semplice ed esauriente riesca ad assolvere al difficile e importante compito di divulgazione della conoscenza scientifica.

foto: Tra Nguyen


Altri contenuti in Politica

Renzi: dal Daspo per i corrotti al salvataggio di Azzolini

Incalzato dagli eventi relativi agli scandali Mose ed Expo, il premier Renzi fino a qualche mese fa rilanciava a reti unificate "ci vuole il Daspo per i corrotti". I sani di mente, conoscendolo, sa...

Confermata la condanna di Mills. 4 anni e sei mesi di carcere

La seconda sezione della Corte d'Appello di Milano ha confermato la condanna a quattro anni e sei mesi nei confronti dell'avvocato inglese David Mills per corruzione in atti giudiziari. La decision...

Scandalo rimborsi elettorali. Così i partiti derubano il Paese

Fine dicembre, tempo di bilanci. In molte famiglie italiane i conti non tornano perché la crisi si è fatta sentire, in tanti non hanno più un lavoro, gli incassi dei commercianti si sono ridotti, i...

Giovani, che orrore (parte II)

Roberto Antonione: «La nostra società ricca e appagata, paradossalmente, svantaggia quelli che dovrebbero essere i protagonisti naturali del cambiamento e dell’innovazione». Nella conversazione con...

Il governo Alfetta for dummies

Il primo assaggio di cosa ci sarebbe capitato era rintracciabile nella scelta del bugiardo Napolitano (che per ben due volte ha promesso di chiudere con i suoi atti pubblico ben sapendo che già si ...