I fondi diminuiscono in Friuli Venezia Giulia: Comitato Regionale e CSV, una riflessione è d'obbligo
Ancora una volta è stata la città di Udine a tentare, seppur in modo poco ortodosso, di salvare la baracca. I friulani hanno coinvolto alla fine dell’anno scorso tutti i rappresentanti del mondo del volontariato regionale eletti nel Centro Servizi Volontariato, nel Comitato Regionale e nel Comitato di Gestione nel disperato tentativo di opporsi alla scure dei tagli al Terzo settore annunciati dalla Finanziaria regionale che prevedeva un segno meno di 300mila euro per le Onlus nel 2010. Opposizione che alla fine ha contenuto la sforbiciata a 200mila euro. Se da un lato la Regione, con l’intento di contenere la spesa pubblica, si muove come un elefante in un negozio di cristalli, dall’altro il consiglio direttivo del Centro Servizi Volontariato opera chirurgicamente la più importante riduzione di fondi dalla sua nascita: più di 300mila euro.
Questi due “blitz”, che fanno volatilizzare 600mila euro destinati in passato a sostenere opere benefiche, hanno due cose in comune: la discutibile abilità politica, tecnica e diplomatica di chi rappresenta i volontari nei loro organismi istituzionali da un lato e, dall’altro, la frammentarietà del panorama associativo. Basti pensare, a riguardo, che nelle assemblee delle organizzazioni di volontariato, comprese quelle elettive, partecipa mediamente il 10% degli aventi diritto. Se su questo aspetto, negli ultimi mesi, sono stati fatti molti passi in avanti (progetti ideati da più associazioni, collaborazioni interprovinciali e la neonata Federazione del Volontariato di Trieste) sul fronte “abilità” è necessario chiarire.
Se la crisi si è presentata al no-profit regionale con una drastica riduzione degli aiuti economici che, purtroppo, continuerà anche nei prossimi anni, qualcuno può spiegare al volontariato regionale perché il rappresentante delle associazioni di Pordenone nel Comitato Regionale ha proposto al Comitato stesso regole più severe nella determinazione delle modalità di erogazione dei contributi nonché la riduzione degli stessi (vedi sotto un estratto del verbale del Comitato Regionale del luglio 2009)? E perché la rappresentante delle associazioni giuliane – anch’essa consigliera nel Comitato Regionale – mette in dubbio l’efficacia della sinergia tra organizzazioni? Se i rappresentanti bacchettano i loro rappresentati non ci si deve meravigliare delle decisioni che prende Roberto Molinaro, assessore regionale con delega al Volontariato.
Questa curiosa interpretazione che gli attuali eletti nei consessi istituzionali del volontariato attribuiscono alla parola “rappresentanza” è ancora più marcata nel CSV, all’interno del cui consiglio il rappresentante di Trieste si oppone solamente quando in discussione c’è l’unitarietà e l’aggregazione associativa. Non combatte con la stessa passione, invece, quando in gioco c’è la riduzione dei fondi alle organizzazioni nonostante siano facilmente individuabili gli interventi sul bilancio sociale per contenere i costi senza sacrificare le attività volontaristiche.
Al futuro bisogna guardare ugualmente con ottimismo. E il futuro è vicino. I prossimi mesi di maggio e giugno le associazioni di volontariato saranno chiamate ad eleggere i loro nuovi rappresentanti nel consiglio direttivo del Centro Servizi del Volontariato e nel Comitato Regionale. Due importanti appuntamenti che, se affrontati con consapevolezza e coraggio, possono segnare il passo nella direzione di un volontariato ricco di valori, di unitarietà e di solidarietà.
Pierpaolo Gregori