Comitato di Gestione FVG: urne in vista
Il mandato dei membri del Comitato di Gestione del fondo speciale del volontariato è in scadenza. Tra poche settimane, infatti, le organizzazioni di volontariato di tutta la regione iscritte al Registro regionale delle onlus sono chiamate ad esprimere quattro nomi per altrettanti posti di rappresentanza in seno al Comitato su quindici complessivi (le onlus di ogni provincia eleggono un loro rappresentante, i rimanenti undici membri siedono al tavolo in rappresentanza delle Fondazioni di origine bancaria e degli enti pubblici).
Il CoGe, questo l’acronimo dell’organismo finanziario del no profit nostrano, dispone di un budget di tutto rispetto: mediamente poco più di un milione di euro derivanti dalla Legge 266/91 ai quali si aggiungono all’incirca 300mila euro frutto di oculati accantonamenti annuali dell’organismo della nostra regione. Un tesoretto che il Comitato di Gestione mette annualmente a disposizione del Centro Servizi del Volontariato, il braccio operativo del volontariato regionale, che lo impiega in modo efficiente ed efficace per erogare servizi alle associazioni senza scopo di lucro. Esattamente due anni fa Trieste diede esempio positivo di sé votando unita il proprio candidato che risultò essere non solo il più giovane eletto in regione ma pure il più votato. A distanza di ventiquattro mesi e alle soglie del rinnovo dei rappresentanti del CoGe, ho voluto incontrare Alen Volo (al centro, nella foto) per un bilancio di fine mandato.
Forte del risultato di due anni fa e del lavoro svolto fino ad ora, pensa di ricandidarsi a rappresentare Trieste nel Comitato di Gestione?
“Il sorprendente risultato del 2009 che mi aprì le porte del Comitato non fu una vittoria personale ma l’affermazione di una città intera e del suo associazionismo che dimostrò coraggio e voglia di cambiare. Volontari, uomini e donne, che credettero in un progetto di recupero di un “fare volontariato” chiaro, semplice e partecipato”.
Quindi ci riprova?
“Mi sono confrontato dapprima con i rappresentanti triestini eletti nel Centro Servizi del Volontariato e nel Comitato Regionale e successivamente con diverse associazioni giuliane. A tutti loro ho dato la mia disponibilità. Deve continuare ad essere un gioco di squadra e le decisioni devono essere prese collegialmente”.
Il bilancio di questi ultimi due anni chiude in perdita, in pareggio o in attivo?
“Il biennio appena trascorso è coinciso con un periodo di grandi cambiamenti: il lavoro di riforma della Legge regionale 12/95, l’introduzione del nuovo concetto di concertazione, l’azione di contrasto alla drammatica riduzione delle risorse finanziarie derivanti dalla legge 266/91 quale conseguenza diretta della crisi economica globale e, infine, la tessitura di nuove e determinanti relazioni con i membri degli altri due organismi di rappresentanza del mondo del volontariato della nostra regione. È stato fatto molto lavoro. Altrettanto deve essere fatto”.
Quali potrebbero essere le sue ipotesi di lavoro in un possibile secondo mandato al Comitato?
“Sicuramente intensificare il dialogo con i rappresentanti degli altri organismi di rappresentanza. Il confronto si è dimostrato costruttivo e determinante nel creare le premesse per rispondere a particolari esigenze delle associazioni di volontariato. Diviene altresì importante continuare a creare le condizioni per un’intesa con i volontari eletti nel CoGe in rappresentanza delle altre provincie per promuovere concordemente una più frequente convocazione dell’organismo ed un maggiore coinvolgimento dei volontari nell’iter decisionale dello stesso. Inoltre, ritengo sia importante sostenere la necessità di un confronto periodico anche al di fuori dei tavoli ufficiali tra i volontari eletti nel Comitato e le Fondazioni operanti sul territorio”.