Olio di palma: ne assumevamo a tonnellate, ora non lo vuole più nessuno
Quella dell'olio di palma è una storia molto significativa perché dimostra chiaramente quanto trasparenza e chiarezza nell'esposizione degli ingredienti sulle etichette possa avere una forza dirompente negli usi e costumi alimentari popolari.
Da quando una nuova normativa europea in vigore dal 13 dicembre 2014 ha obbligato a riportare il tipo di materie grasse impiegate nei prodotti alimentari la generica voce "oli vegetali" è stata soppiantata da quella più precisa "olio di palma", l'atteggiamento dei consumatori è mutato profondamente. Fino ad allora assumevamo tonnellate di olio di palma ma eravamo rassicurati dalla dicitura oli vegetali.
Poi si è scoperto, e questo è un dato di fatto inconfutabile, che l'olio di palma ha un alto contenuto di acidi grassi saturi. In particolare l'olio contiene dal 45 al 55% di grassi saturi a catena lunga come l'acido palmitico e favorisce l'aumento dei livelli di colesterolo. Anche se con qualche distinguo, la maggior parte delle tesi scientifiche sull'argomento associa gli acidi grassi saturi con un aumento di rischio di incorrere in malattie cardiovascolari, pur utilizzando una formula prudente del "non possiamo escludere che un aumento di rischio ci sia, riferibile principalmente all'acido grasso palmitico". Comunque, in attesa di lunghi studi a sostegno della pericolosità dell'olio di palma, possiamo concordare con il principio di precauzione e tentare di consumarne il meno possibile.
C'è però un problema: ormai nella gran parte dei prodotti industriali (merendine, biscotti, grissini, fette biscottate, dolci, creme spalmabili, barrette) anche tra quelli cosiddetti biologici l'olio di palma è usato senza freni. In questi mesi, fioriscono le pagine web con gli elenchi di prodotti senza olio di palma, ma attenzione: l'olio di palma in alcuni casi può essere sostituito con altri grassi idrogenati che possono far danni (questi certi) ancora peggiori al sistema cardiovascolare.
Il motivo per cui viene usato questo ingrediente? Come al solito quello legato al profitto: è molto più economico rispetto al burro o all'olio extravergine d'oliva e garantisce quindi ricavi maggiori per ogni singola merendina venduta.
Oltre che al nostro cuore, l'olio di palma fa malissimo anche all'ambiente: il 90% viene prodotto in Malesia e Indonesia e ciò ha portato alla distruzione di enormi porzioni di foresta tropicale privando del loro habitat oranghi, elefanti, rinoceronti e tigri.