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Anche le zecche ritornano

 |  Redazione Sconfini

Con l'arrivo della bella stagione tornano "di moda" le poco piacevoli (per noi umani) zecche, che già sono partite alla carica, dritte verso la nostra carne tenerella. Le zecche sono tornate, anzi non se ne sono mai andate.

zecche medicina morbo di LymeDisturbatrici recidive, le zecche sono presenti abbondantemente in molte regioni e, di bocca delicata, preferiscono ambienti boschivi umidi ed ombreggiati, prati incolti, cespugli e sottobosco, normalmente a quote fino ai 1000 metri. Sono dei parassiti della famiglia degli acari; di piccolissime dimensioni nella prima fase della loro vita (0,6 mm circa), raggiungono via via dimensioni più importanti negli altri stadi di crescita, quando diventa ninfa in estate ed adulta in autunno. Durante tutto questo periodo devono nutrirsi di sangue animale od umano per vivere, banchettando sempre attaccate all’ignara vittima. Sì, perché il morso non si sente e possiamo portarci a spasso per ore o giorni l’ingordo animale, che ha bisogno di calma per completare il suo pasto, almeno 72 ore. Fortunatamente per noi il periodo invernale è dedicato al riposo e quindi all’inattività. Se fossero semplicemente degli animali famelici non staremmo qui ad illustrare il pericolo di questi parassiti. Purtroppo per l’uomo, le zecche sono portatrici sane di malattie pericolose.

Per succhiare il sangue si attaccano ad animali od all’uomo, e dopo essersi cibate, stracolme, si lasciano cadere a terra. Saltellano di corpo in corpo e con il rostro, una specie di proboscide, succhiano e rigettano il sangue come una pompa. Alcuni animali come i comuni topi di bosco, le lepri, le volpi o gli uccelli, che le zecche vampirizzano, sono a loro volta portatori sani d’agenti patogeni. Fortunatamente per noi e per i nostri animali domestici, non tutte le zecche sono infette e anche se lo fossero, ci vorrebbero parecchie ore di “drenaggio” del parassita: quindi, prima s’individua e si toglie la zecca, minore è la probabilità che ci possa infettare.

Quelle più diffuse sono tre:

1) La Borreliosi di Lyme (o malattia di Lyme): prima avvisaglia dell’infezione è un arrossamento cutaneo circolare attorno al morso (eritema migrante); viene curata con terapie antibiotiche che evitano la progressione della malattia, pericolosa per le articolazioni, il cuore ed il sistema nervoso. È estesa ovunque nel nostro territorio.

2) La Ehrlichiosi: infezione che si manifesta con sintomi simili a quelli influenzali, con dolori muscolari, nausea e vomito. Anche in questo caso è necessario un intervento antibiotico.

3) La TBE o encefalite da zecca: d’origine virale, colpisce il sistema nervoso centrale e periferico. Si presenta con sintomi influenzali, ed in alcuni casi dopo una breve pausa di benessere si manifesta nuovamente con febbre alta, forte mal di testa, nausea, vomito e disturbi neurologici. Per questa malattia l’unico rimedio possibile è la vaccinazione preventiva per chi vive e frequenta le zone a rischio, che sono circoscritte.

Il Friuli Venezia Giulia è una delle regioni italiane più colpite dalle infezioni portate dalle zecche. Ecco perché abbiamo chiesto al dott. Maurizio Ruscio, primario del laboratorio di ricerche cliniche dell’ospedale di San Daniele e responsabile del Centro per lo studio delle malattie trasmesse dalle zecche, un aggiornamento sulla situazione sanitaria dell’ultimo anno. Secondo quanto riferitoci dal dott. Ruscio, i casi di malattia da morso di zecca nel 2004 sono stabili, non sono quindi aumentati rispetto al 2003, e questo grazie alla molteplice e capillare azione preventiva fatta dai sanitari. Per la TBE si è intensificata una ricerca scientifica per capire l’esatta ubicazione della malattia, visto che questa è localizzata in ambito ristretto in Friuli ovvero in Alta e Bassa Val Canale (UD), nella zona di Tramonti (PN) e del Matajur. In secondo luogo, è stata organizzata durante la stagione invernale-estiva una serie continua d’incontri bisettimanali serali, informativi sull’argomento, in tutta la regione; l’intento concreto per il prossimo anno è di capillarizzare ulteriormente l’informazione nelle scuole.

Nel nostro piccolo, in ogni caso, cerchiamo di seguire sempre i soliti e ben noti consigli, ed evitiamo accuratamente tutti i comportamenti poco saggi.

Se nonostante tutto ci trovassimo addosso una zecca, cerchiamo di stare calmi… e lo dico più a me stessa che a voi, sinceramente! L’importante è non toccarla con le dita e non metterci sopra sostanze varie. Se non siete pratici delle “pinzette togli zecca”, rivolgetevi al vostro medico di famiglia o ad un posto di Pronto Soccorso o di Guardia Medica. È meglio.

Ecco alcune semplici norme di comportamento consigliabili a chiunque voglia serenamente passeggiare anche in zone cosiddette “a rischio”:

- camminate sempre al centro di sentieri già battuti, evitate l’erba alta, i cespugli e gli arbusti in genere;

- utilizzate un abbigliamento di colore chiaro che vi permette di localizzare più facilmente la zecca;

- indossate pantaloni lunghi, camicie a manica lunga, calzini di cotone o comunque di tessuto a maglie strette, scarpe alte o scarponi, al fine di proteggere il corpo ed impedire che le zecche raggiungano subito la pelle;

- prima di rincasare controllate ovunque, anche in testa, che non ci siano presenze poco gradite, e fate un bagno ispezionandovi ulteriormente la pelle.

Ivana Macor

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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