"Ciò che sta accadendo in questi giorni è inaccettabile: la chiusura totale o parziale degli uffici, la riduzione di personale e l'informatizzazione che ha bloccato o grandemente rallentato i servizi sono problemi che si riversano su tutta l'utenza, in particolare sugli anziani ai quali non è stata garantita nemmeno l'erogazione della pensione". Lo afferma il consigliere regionale del Partito Pensionati Luigi Ferone, che ha anche presentato un'interrogazione alla Giunta del Friuli Venezia Giulia.
"I cartelli affissi con l'avviso che non c'era linea, che non si assicuravano i servizi postali - a giudizio di Ferone - sono l'emblema più chiaro che più di qualcosa va rivisto in Poste Italiane. Il cattivo funzionamento dell'apparato informatico, code, disagi, problemi di varia natura, persone impossibilitate a ritirare contanti, pagamenti urgenti che non si sono potuti effettuare, sono un quadro preoccupante e desolante del servizio che Poste Italiane offre all'utenza".
"Evidentemente - aggiunge l'esponente del Partito Pensionati - privatizzazione non sempre vuol dire efficienza, non sempre vuol dire dinamismo e prontezza di intervento. La Regione Friuli Venezia Giulia è più volte intervenuta presso Poste Italiane per vari disservizi o problematiche, ma evidentemente i risultati sono scarsi o nulli".
Per questi motivi, Ferone invita la Giunta a intervenire ancora una volta presso Poste Italiane affinché siano garantiti l'erogazione dei servizi basilari, in primo luogo il pagamento delle pensioni e l'apertura degli uffici, soprattutto quelli delle località più decentrate e montane, per l'intero periodo estivo. E intanto pensionati e lavoratori aspettano...
L.R.