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Sorpresa: il porcellum favorisce il M5S. L'analisi del voto in Fvg

 |  Redazione Sconfini

La vittoria di Debora Serracchiani (centrosinistra) in Friuli Venezia Giulia contro Renzo Tondo (ex socialista e governatore uscente targato Pdl) è indiscutibilmente una sorpresa.

Piacevole per il 39,39% del 50% degli elettori che sono andati a votare (un altro 50% è rimasto a casa disgustato), amara per gli altri. Amarissima per Tondo (39%), dato per favorito dopo lo scempio dei democratici in occasione dell'elezione del Presidente della Repubblica e l'inciucio imminente. Amara per il Movimento 5 Stelle che ha raccolto poco meno del 20% in quella che doveva essere la prima regione a 5 stelle d'Italia. Bravissima è stata la Serracchiani a dimostrarsi orribilmente impressionata (ed era genuina e onesta nello spiegarlo) dallo schifo delle paludi romane in cui il Pd tra Berlusconi e Napolitano è rimasto incatenato. Il popolo sovrano le ha creduto dirottando sulla sua persona migliaia di voti disgiunti.

Ma passiamo all'analisi del voto.

La somma dei voti di lista vede infatti la vittoria (netta) di Tondo le cui liste a sostegno hanno raggiunto il 45,21% dei voti. Più staccata la coalizione di centrosinistra ferma al 38,98%. Il dato del Movimento 5 Stelle (13,75%) non è attendibile perché il voto dato al candidato presidente Galluccio non è andato anche alla lista collegata (il voto si estendeva da destra a sinistra della scheda anziché da sinistra a destra) che certamente può contare sul 20% che ha raccolto il suo portavoce.

A livello di voti per il presidente quello della Serracchiani è stato un vero miracolo, dal momento che Tondo ha perso oltre il 5% rispetto ai voti di lista e la neogovernatrice Fvg ha recuperato l'1% ribaltando la situazione.

L'altro motivo (politicamente più interessante) per cui la lista M5S ha preso una percentuale così bassa (ricordiamo però che in Regione FVG è la prima volta che il M5S si presenta quindi non c'è uno storico per quanto riguarda le amministrative) è paradossalmente da attribuire a un fattore apparentemente contraddittorio ma inequivocabile. In assenza di porcellum i partiti hanno dovuto per forza di cose schierare i loro uomini migliori e i risultati per loro e specialmente per le liste collegate sono stati migliori del M5S che invece non ha nelle sue fila tanti portatori di preferenze. Anche per questo motivo i voti di lista sono stati così ridimensionati per il Movimento.

Un esempio su tutti: a Trieste, comune capoluogo di regione e più popoloso dell'intera regione, il Pd è primo partito con il 22,94% e ha espresso ben 7714 preferenze, il M5S è secondo partito con il 18,05% e ha espresso solo 3491 preferenze (meno della metà del Pd) molte meno del Pdl terzo partito con il 17,70% che ha raccolto 5372 preferenze.

Inoltre, essendo un partito di opinione, riesce a dare il suo meglio in campo nazionale (non a caso alcuni sondaggi lo vedono primo partito) dove non ci sono le sue vere rivali: le liste civiche di entrambi gli schieramenti da dove il Movimento attinge a piene mani nelle elezioni politiche. Il 7%-8% che manca ai pentastellati è da trovare nella somma dei voti (oltre il 18%) che la lista civica a sostegno di Tondo (10,72%) e quella a sostegno della Serracchiani (5,30%) hanno raccolto.

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