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Il pedagogista clinico consulente per gli studi legali

 |  Redazione Sconfini

Gli scambi comunicativo-relazionali tra gli esseri umani sono influenzati da una serie di variabili legate alle peculiarità personali e alle circostanze in cui si svolge l’interazione educativa. Le modalità in cui si trasferiscono le informazioni, la qualità e la quantità di tempo che si dedicano all’altro, un essere umano che ha e manifesta emozioni, sentimenti, capacità, competenze e ruoli sociali, l’adeguatezza e la chiarezza lessicale sono tutti fattori che influenzano positivamente o negativamente una relazione. Le differenti modalità di relazione agevolano o ostacolano gli incontri, le amicizie, gli affetti e le professioni stesse. Laddove vi siano delle difficoltà relazionali basate su scambi conflittuali occorre trovare occasione di miglioramento e di recupero degli equilibri alterati.

 

La pedagogia clinica trova nel suo fondamento metodi educativi idonei ad offrire questa opportunità di miglioramento tenendo conto del fatto che ogni persona possiede modalità relazionali, apprenditive, atteggiamenti e predisposizioni uniche e irripetibili. L’ascolto attivo dell’altro, la relazione simpatetica che si instaurerà durante i colloqui, la raccolta dei silenzi, delle parole, delle omissioni e del linguaggio corporeo aiuterà l’osservazione e la definizione dell’ipotesi dell’intervento di aiuto. Dal momento che la pedagogia clinica cerca di conoscere l’uomo interessandosi ad ogni aspetto della sua vita, il colloquio anamnestico riveste sempre più un ruolo centrale nell’atto educativo. L’anamnesi pedagogico-clinica non è un interrogatorio, né un’intervista guidata, né una registrazione pedissequa dei fatti. Del soggetto è importante capire le motivazioni, i bisogni, l’intreccio delle sensazioni e della percezione dei fatti, le difficoltà e l’ansia nel vivere i rapporti.

 

È proprio in questo contesto che si colloca il lavoro del pedagogista clinico in qualità di consulente per gli studi legali. Le consulenze richieste al pedagogista clinico spesso derivano da cause di divorzi che hanno come protagonisti bambini contesi, minori che vivono male la separazione dei genitori e che hanno bisogno di essere sorretti nell’andamento della propria crescita educativa. Non solo, spesso i problemi “dei grandi” diventano problemi “dei piccoli”, che quindi vengono sovraccaricati di responsabilità che non riescono a sopportare.

 

L’approccio metodologico usato in studio con i bambini è volto ad instaurare un clima affettivo basato sulla fiducia e lo scambio simpatetico. Lo strumento più efficace risulta essere la psicofiaba®. La favola è linguaggio simbolico ed elemento di espansione e trasformazione. La parola “simbolo” trova la sua etimologia nel greco che, tradotto, significa “gettare insieme”. Il simbolo, nella comunicazione, “crea” la comunicazione stessa diventando ponte tra il conscio e l’inconscio portando con sé e in sé un significato rivelatore e trasformatore. In questo contesto la fiaba è un intermediario educativo che, introducendoci nel mondo simbolico, ci fa percorrere itinerari interiori che consentono di avviarci verso un lento e graduale cambiamento volto all’ampliamento dell’intuizione e della coscienza.

 

Ma la collaborazione con gli studi legali non termina qui. Spesso vengono richieste consulenze a fronte di un incidente stradale che, anche se la persona fortunatamente rimane illesa e senza grosse conseguenze fisiche, può dar luogo all’insorgenza di disagi, conflitti, ansie e paure che impediscono alla persona di continuare la sua vita serenamente e normalmente. Il pedagogista clinico può aiutare il singolo, in questi e in altri casi, a rielaborare il proprio vissuto e quindi, con esso, l’evento che ha causato il disagio. Presa coscienza di ciò, il singolo può avviarsi ad un lento e duraturo miglioramento dell’equilibrio con se stesso e con gli altri.

 

Grande importanza con queste tipologie di persone riveste il colloquio anamnestico: questa metodologia risulta importante e basilare per instaurare un rapporto di fiducia tale da vincere ostilità e inibizioni. L’intervento poi può continuare con l’ausilio di tecniche e metodi come il Touch Ball®, l’Inter Art® e il Discover Project®. Il metodo del Touch Ball® si basa sulla stimolazione tattile con una speciale palla come intermediario, un ausilio che permette via via di acquistare un grado superiore di consapevolezza corporea nonché di stima e fiducia in se stessi fino alla riconquista di un maggiore equilibrio psico-corporeo. L’Inter Art® permette invece di sviluppare la propria creatività e di partecipare pienamente alle esperienze, indispensabili per rielaborare i propri conflitti e le proprie paure. Le problematiche connesse agli incidenti stradali sono molte, ma possono essere affrontate e interpretate efficacemente grazie alla mediazione e all’abilità del pedagogista clinico. Il Discover Project®, infine, aiuta il soggetto a migliorare la propria condizione di disagio migliorando la propria capacità di rilassamento e percezione corporea.

 

La collaborazione sin qui instaurata con gli studi legali è testimonianza dell’utilità e della filosofia di lavoro del pedagogista clinico: il singolo ha necessità di essere ascoltato, compreso e aiutato non solo attraverso un approccio “unidirezionale” bensì “olistico”. L’aiuto non può avvenire privilegiando un aspetto e oscurandone un altro. L’aiuto globale è sinonimo di comprensione e di presa in carico della persona. Solo agendo su più fronti il singolo si sentirà sostenuto, compreso e realmente accompagnato verso un processo di crescita e di miglioramento a prescindere dalla problematica per la quale è stata richiesta la consulenza.

 

dott.ssa Luisa Manosperti, pedagogista clinico,

consulente tecnico e peritale per il Tribunale (Trieste),

direttore provinciale Anpec-Trieste

 


In collaborazione con Help!

 

 


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