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E' battaglia sul Referendum sulla legge elettorale. Ecco perché

 |  Redazione Sconfini

elezioni, tabelle, referendum, italiaUna vera e propria battaglia politica si sta scatenando nella maggioranza, in questi giorni, attorno al Referendum Guzzetta-Segni. Da un lato c'è chi dice che bisogna accorpare la consultazione alle Europee del 6-7 giugno o ai ballottaggi delle amministrative, per risparmiare denaro pubblico, che si terranno 15 giorni dopo. Sul fronte opposto c'è chi vuole che il Referendum si tenga il 13-14 giugno, perché chiaramente vuole boicottare la consultazione attraverso il non raggiungimento del quorum e conservare i privilegi garantiti dalla legge elettorale attuale: il porcellum.

Cominciamo con i dati più o meno oggettivi: accorpando il referendum alle europee si risparmierebbero circa 400 milioni di euro, mentre accorpandolo alle amministrative il risparmio calcolato si aggira tra i 130 e i 300 milioni di euro. Questo già basterebbe per difendere la scelta di accorpare il triplice quesito referendario Guzzetta-Segni alle altre consultazioni.

Ma qui c'è l'inghippo. la Lega Nord in particolare, si oppone fortemente all'ipotesi dell'accorpamento, portando motivazioni anche condivisibili - seppur strumentali - del tipo: "chi voleva accorpare il Referendum prima diceva di voler risparmiare per destinare i fondi ai cittadini che perdono il lavoro, poi ad investimenti contro la crisi, ora a favore dei terremotati dell'Abruzzo: questo è sciacallaggio".

Ma perché il partito di Bossi vuole boicottare così spudoratamente il Referendum e, soprattutto, sprecare così tanti soldi per un loro esclusivo vantaggio? Berlusconi, per lungo tempo pareva essere daccordo con l'ipotesi leghista di non accorpare le consultazioni, ma ora, dopo aver fatto qualche calcolo si agginge a pugnalare - o quanto meno a minacciare di pugnalare - gli alleati.

Il motivo del contendere è contenuto nel titolo dei primi due quesiti referendari (scheda verde e scheda bianca), rispettivamente rivolti ad istituire il premio di maggioranza alla lista più votata alla Camera, e al Senato. In ballo ci sono decine di poltrone e tanto, tantissimo potere da spartire.

Se il referendum raggiungerà il quorum sicuramente sarà approvato e ad essere penalizzate saranno soprattutto le forze "medie" come Lega Nord, Udc e Italia dei Valori. In questo momento, la Lega in particolare ha potuto occupare Ministeri importanti e centinaia di seggi perché ha avuto un bel successo elettorale, ma soprattutto perché ha potuto spartirsi il premio di maggioranza con gli alleati An e Fi (ora discioltisi nel Pdl). Se passerà il referendum ad essere premiato con un premio di maggioranza (a detta di molti, esagerato) sarà SOLO il partito che ha avuto più voti. Anche con il 15% o 20%, insomma, se nessuno ti supera, potrai avere nientemeno che il 55% dei seggi nella Camera in cui hai vinto. Gli altri si spartiranno le restanti briciole e faranno opposizione all'unico partito che uscirà vincitore, seppur di misura ma con una maggioranza solidissima, dalle Elezioni Politiche. La direzione voluta dai referendari è quella di orientare il sistema politico italiano verso il bipartitismo perfetto, all'americana per intenderci. Ci si troverà di fronte ad una scheda elettorale con due soli simboli da scegliere, anche se magari al loro interno ci saranno diverse anime: quella comunista, cattolico-sociale e riformista da una parte e quella conservatrice, clericale e nazionalista dall'altra.

Il depotenziamento della Lega - dando per scontato che bisognerà prepararsi ad un lunghissimo periodo di vittorie elettorali del Pdl di Berlusconi - sarebbe drastico. Il Pdl, che stacca in questo momento l'unico rivale (il Pd, che non a caso spinge per l'accorpamento) di almeno 8-10 punti percentuali potrebbe accontentarsi di contenere le perdite ed assicurarsi un altro ventennio (un lasso di tempo non casuale) di vittorie elettorali e il governo della nazione. Ecco il motivo principale per cui Bossi e i suoi si sono messi di traverso e sono disposti a far spendere così tanto alla collettività.

Loro di certo, vogliono solamente conservare potere, soldi e privilegi, ma agli italiani cosa conviene?

Il terzo quesito, condivisibile invece al 100% da tutti coloro che hanno un po' di buonsenso, chiede l'abrogazione delle candidature multiple dei "pezzi grossi" in tante (anche tutte in molti casi) circoscrizioni all'interno delle quali poi scegliere quella in cui si è eletti a discapito di chi viene dietro nel numero di preferenze.

Peccato solo che il referendum non preveda l'abolizione della bruttura più evidente del porcellum: liste bloccate, senza possibilità di esprimere preferenze, e di conseguenza deputati e senatori non scelti dai cittadini ma da un'oligarchia ormai potentissima.


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