Sono veramente distratta?
Cara Lucia, immagino che il tuo sia un atteggiamento legato al carico di lavoro. Ti passo intanto alcune informazioni che ti potranno essere utili nel rivalutare le considerazioni che fai su te stessa.
Viviamo con la necessità costante di concentrarci su un problema e contemporaneamente tenere sotto controllo ciò che accade intorno a noi. Ti sei mai soffermata a pensare che mentre stiamo portando avanti un compito, per il quale siamo motivati, che richiede la nostra massima attenzione, tutto passa in secondo piano? È la motivazione che ci aiuta a stare più facilmente concentrati sul compito che stiamo svolgendo! Proprio in questi momenti di concentrazione il tempo scorre più veloce, al contrario, quando non si sa cosa fare, sembra che non passi mai. Può darsi dunque che la tua mole di lavoro nella quotidianità ti porti a concentrarti, tralasciando magari particolari di più scarsa importanza, ai tuoi occhi.
Non sono però solo i lavori istantanei quelli che fanno scappare il tempo dalle nostra dita ma anche i “punti in sospeso”. Sono quegli impegni o quelle incognite che non dipendono sempre da noi e per le quali dobbiamo aspettare del tempo o per averne notizie o al più la loro risoluzione. Vivere in costante connessione con i giorni futuri ci proietta immancabilmente verso di essi facendo, anche in questo caso, scorrere le lancette dell’orologio molto più velocemente.
Devi sapere inoltre che durante un qualsiasi lavoro, il nostro cervello è contemporaneamente impegnato per identificare eventuali pericoli. Mi spiego meglio. Alla base di questa reazione vi sono ragioni di tipo evolutivo, legate alla sopravvivenza dei nostri antenati. Ci avevi mai pensato? Dobbiamo considerare che questa funzione del nostro cervello non è cambiata con il passare dei millenni rispetto ai nostri predecessori bensì sono cambiati i pericoli. Sembra inoltre che le distrazioni visive siano le più insidiose perché il sistema visivo prende il sopravvento e decide al posto nostro. E noi siamo continuamente insidiati dagli stimoli visivi. Oltre un certo limite, infine, il nostro cervello ignora spontaneamente gli stimoli che ritiene meno importanti.
Poche decine di anni a contatto con la multimedialità non sono sufficienti a modificare le funzioni del nostro cervello, costretto ogni istante a tenere d’occhio il contesto e concentrarsi su ciò che si sta facendo. Rasserenati quindi: se la tua vita è piena d’impegni che non disattendi, puoi anche permetterti di essere saltuariamente disattenta e qualche volta… di rifugiarti fra le nuvole!
L’incertezza non paga
Sono una vera “inetta”. Pensa che non sono mai capace di prendere delle decisioni, sono sempre gli altri a prenderle per me… e non sono felice nemmeno di questo perché alla fine nulla va mai come vorrei.
Sono convinta, cara lettrice, che alla fine nulla va come vorresti e ti dirò di più, l’incertezza non paga. Ricorda che non scegliere è pur sempre una scelta, fra tutte è quella che presenta i rischi superiori a quelli derivati da qualsiasi decisione presa.
L’ansia della scelta è un problema di molte persone ed è legata al senso di perdita che percepiamo nell’abbandonare una possibilità. Potresti ad esempio impegnarti nel gestire il senso di perdita, così facendo potrai migliorare la tua autostima (ti definisci inetta?) e la tua autoefficacia (preferisci che siano gli altri a scegliere?). Così facendo vedrai migliorare la tua quotidianità. Prova ad esercitarti, ti faccio qualche esempio. Cerca di individuare i tuoi bisogni e focalizza l’attenzione su quelli che sono i tuoi obiettivi. Così facendo restringerai le possibilità di scelta. Arrivata a due o tre alternative, immagina le possibili conseguenze e domandati qual è il tuo grado di soddisfazione rispetto ai tuoi obiettivi, concedendoti la possibilità eventualmente di modificare le tue scelte. Senti la consapevolezza che non stai solo seguendo l’istinto o un’emozione.
Se ti fa piacere è molto utile confrontarsi con persone stimate. Ricordo ai lettori che il semplice parlare ci aiuta a mettere a fuoco un problema, a chiarire perplessità, approfondire incertezze e capire cosa si desidera davvero. Come dice la scrittrice Barbara Alberti, “guai a seppellire le parole e con esse i significati!”. Ricorda che ogni decisione è legata ad un rischio, che va previsto. Buon cammino cara lettrice.
foto: Azat Satlykov