Ormai tutto è ricaricabile o quasi…
Grazie ad una direttiva della Ue, dal 2006 possono essere vendute solo stampanti funzionanti con cartucce ricaricabili nell’ottica di applicare e rendere più efficace il D.Lgs. n. 151/2005 sui cosiddetti RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), per garantire che in tutto il territorio dell’Unione vengano attivati sistemi per la raccolta, il trattamento e il recupero dei rifiuti elettrici ed elettronici.
Sono molteplici, quindi, le spinte che hanno fatto proliferare nelle nostre città i negozi specializzati nella vendita delle cartucce ricaricabili e hanno costretto a diversificare l’offerta dei rivenditori già attivi sul mercato. È vero anche però, come affermano alcuni negozianti del settore, che le grandi case produttrici hanno abbassato il prezzo di vendita (forse in concomitanza con la minor quantità di prodotto…) e non tutte si sono adeguate (ad esempio, chi è in possesso di brevetti internazionali) alle norme dell’Unione Europea.
Le cartucce inkjet, cioè a getto d’inchiostro, sono principalmente di due tipi: monoblocco (testina di stampa integrata nella cartuccia) o serbatoio (testine di stampa incorporate nella stampante), e possono essere originali, rigenerate e compatibili. La cartuccia monoblocco (stampanti HP, Lexmark e alcune Canon) si trova in commercio originale o rigenerata, ovvero l’originale viene appunto rigenerata con inchiostro compatibile, la testina di stampa controllata e ripulita da impurità, residui di carta e inchiostro essiccato. Sulle cartucce a testina rigenerate viene reso 1 euro sul vuoto: vengono recuperate tramite una particolare raccolta differenziata, “refillate” con macchinari professionali e rimesse sul mercato. A causa dei brevetti sulle testine di stampa, non è possibile commercializzare in Europa cartucce monoblocco compatibili, ossia refill nuovi realizzati da produttori terzi; pertanto le cartucce, quando sono definite “compatibili”, sono in pratica cartucce rigenerate.
Differente è il discorso per quelle serbatoio (stampanti Epson, Brother e quasi tutte le Canon e Xerox), contenitori di inchiostro (la sede delle cartucce, all’interno della stampante, include la testina di stampa) che si trovano sia originali che, in abbondanza, compatibili (cartucce nuove, realizzate da produttori terzi). La resa e la totale compatibilità dipendono dalla qualità soprattutto dell’inchiostro e della spugna.
> ALCUNI CONSIGLI
- Nelle stampanti dotate di cartucce separate per singolo colore (ad esempio, Epson e Canon), è buona norma sostituire tutte le cartucce simultaneamente ed effettuare qualche ciclo di pulizia anche nel caso in cui si esaurisca solo un colore.
- Quando si procede con l’acquisto di un nuovo apparecchio, bisogna considerare anche il costo delle cartucce e se sono presenti serbatoi separati per ogni colore: sostituire tutte le cartucce anche se si è esaurito un solo colore… non è proprio una scelta economica.
- Ricaricare la cartuccia, usando gli inchiostri ad hoc, non danneggia né la stampante né fa rimpiangere l’acquisto.
- Bisogna ponderare bene l’acquisto della stampante e del relativo tipo di refill in base all’uso più o meno continuo che se ne fa: se si stampa raramente, è consigliata la scelta di una cartuccia con testina integrata poiché l’inchiostro si conserva meglio.
- In commercio vi sono cartucce protette da brevetto internazionale e per questo non è possibile produrne di compatibili: la maggior parte sono quelle con testina di stampa inglobata nella cartuccia e sono più care di quelle semplici a serbatoio.
- Occhio al prezzo del refill nero e di quelli di altri colori… Vi siete chiesti come mai nella maggior parte dei casi il colore nero è più costoso? Forse perché è il più usato?
- Non ricaricare mai una cartuccia vuota da troppo tempo: si sprecherebbe tempo e inchiostro.
Elisabetta Celi