Medicina omeopatica: un’alternativa ancora di moda?
Quali malattie si curano con i farmaci omeopatici?
“Per quanto ne so, l’omeopatia può curare tutto. Dipende solo dallo stato generale in cui si trova la persona dal momento che i suoi rimedi, stimolando la reazione naturale dell’organismo, servono a ristabilire il giusto equilibrio psicofisico. D’altra parte, se un soggetto si trova ormai in uno stato di salute precario, neppure l’allopatia (che identifica la patologia nei suoi sintomi e di conseguenza utilizza farmaci che vanno ad agire appunto sul sintomo) riuscirà a portargli troppi benefici”.
L’omeopatia è simile alla fitoterapia, cioè alla cura con piante ed erbe?
“Assolutamente no. La fitoterapia utilizza dei prodotti derivati solo dal regno vegetale, ad esempio sotto forma di estratto secco, di tintura, di droga, oppure di tisana o di infuso. Pertanto, la fonte primaria sono le piante, dalle quali vengono presi gli estratti. Nel caso dei rimedi omeopatici, invece, il punto di partenza è la cosiddetta “tintura madre”, un preparato liquido solitamente a base di alcool. Teniamo presente che essi provengono dai tre regni della natura: vegetale (più del 70%), animale e minerale. Poi dalla tintura madre, attraverso successive diluizioni e dinamizzazioni, si ottengono farmaci omeopatici di vario tipo”.
Ci sono controindicazioni all’uso dell’omeopatia?
“No. Infatti, tutti i prodotti omeopatici si possono acquistare in farmacia senza alcuna ricetta medica. È meglio tuttavia, come nel caso dei farmaci allopatici, che sia un medico omeopata a prescrivere il tipo di cura. Una “omeopatia fai da te” è comunque sconsigliabile”.
E per quanto riguarda i bambini?
“Non vi sono controindicazioni neppure per i bambini, anche se come sempre bisogna agire con prudenza. Esistono alcuni preparati omeopatici contenenti alcool che per loro non sono adatti. C’è, invece, una linea di prodotti fatta apposta per i più piccoli, ma anche qui sarà sempre l’omeopata a stabilire il corretto utilizzo e il tipo di farmaco”.
Quanto è importante “crederci” affinché i rimedi omeopatici funzionino?
“Se pensiamo che la componente psicologica sia determinante, si finirà col ritenere l’omeopatia una sorta di placebo. Il desiderio e la volontà di star bene sono sempre molto importanti, in qualunque situazione, ma escludo che l’effetto di un rimedio omeopatico dipenda dalla psiche di chi ne fa uso”.
I detrattori dicono che oggi, rispetto ad alcuni anni fa, la medicina omeopatica sia un po’ passata di moda…
“Non mi pare affatto che sia passata di moda, anzi. La gente è molto più attenta e ha acquisito più consapevolezza nel campo delle cosiddette medicine alternative. Oggi la richiesta di prodotti omeopatici è considerevole. Ci si avvicina in modo differente e più maturo all’argomento, giudicando l’omeopatia come un’ottima alternativa nella cura di molte malattie”.
Le industrie farmaceutiche hanno aumentato la produzione in questo settore?
“Il mercato dei farmaci omeopatici è incredibilmente vasto. Parlando dell’arnica, ad esempio, possiamo trovarla in varie forme: di base c’è la tintura madre, poi abbiamo le varie diluizioni (decimali, centesimali, korsakoviane, cinquantamillesimali) e infine i globuli o i granuli. Quindi, per un unico composto vi sono talmente tanti prodotti differenti che è sicuramente più facile procurarsi i farmaci allopatici che quelli omeopatici”.
Si può sostenere che quella omeopatica sia una medicina preventiva?
“Per un certo aspetto sì, perché può indirizzare verso uno stile di vita sano ed equilibrato, ma non solo. L’omeopatia è soprattutto una cura quando vi è già in atto una malattia o un determinato sintomo. Si tenga inoltre presente che vi sono numerose categorie, fra loro assai differenti, che si fondano sulla “legge di similitudine”: l’omeopatia unicista classica, quella pluralista, il complessismo, l’antroposofia, l’omotossicologia, le bioterapie, la fitoterapia e la gemmoterapia. Ogni medico omeopata, quindi, segue una di queste correnti che utilizza terapie e metodologie fra loro assai diverse”.
Claudio Bisiani