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Napoli: medico denuncia neomamma immigrata dalla Costa d'Avorio

 |  Redazione Sconfini

medici, chirurghi, immagine, napoli, leggeChissà se un giorno lontano, in un'Italia migliore, qualcuno avrà il coraggio di raccontare a Abou il suo primo mese di vita. Sua madre Kante, ivoriana, vedova di un uomo ucciso quattro anni fa durante la guerra civile che dilania ancora il paese africano, vive in Italia dal 2007 e sta attendendo (pende il ricorso al Tribunale di Roma contro una prima bocciatura) lo status di rifugiata politica.

Il 5 marzo scorso, dopo essersi innamorata di un suo connazionale che vive a Napoli, la donna si è recata in ospedale per partorire il piccolo Abou. Presso l'Ospedale San Paolo, però, dove era stata seguita durante la gravidanza, non c'è posto e così viene portata al Fatebenefratelli dove un medico - il quale probabilmente non è al corrente del fatto che la vituperata legge che "consiglia" i medici di denunciare i loro pazienti immigrati clandestini non è ancora entrata in vigore - invia un fax al commissariato di Polizia di Posillipo chiedendo "un urgente interessamento per l'identificazione di una signora di Costa d'Avorio". Questo medico ha denunciato la donna!

Nei primi giorni di ricovero la donna non ha neppure potuto allattare il bambino e solo la cortesia di alcuni sanitari le hanno permesso di tenerlo per un po' tra le braccia.

Forse a quel medico vale la pena ricordare alcuni passi il giuramento di Ippocrate che ha pronunciato al momento di iniziare la professione:

«[...] Regolerò il tenore di vita per il bene dei malati secondo le mie forze e il mio giudizio, mi asterrò dal recar danno e offesa.

Non somministrerò ad alcuno, neppure se richiesto, un farmaco mortale, né suggerirò un tale consiglio; similmente a nessuna donna io darò un medicinale abortivo.

[...]  In qualsiasi casa andrò, io vi entrerò per il sollievo dei malati, e mi asterrò da ogni offesa e danno volontario, e fra l'altro da ogni azione corruttrice sul corpo delle donne e degli uomini, liberi e schiavi.

Ciò che io possa vedere o sentire durante il mio esercizio o anche fuori dell'esercizio sulla vita degli uomini, tacerò ciò che non è necessario sia divulgato, ritenendo come un segreto cose simili.

E a me, dunque, che adempio un tale giuramento e non lo calpesto, sia concesso di godere della vita e dell'arte, onorato degli uomini tutti per sempre; mi accada il contrario se lo violo e se spergiuro

Forse augurare al medico il contrario di "godere della vita e dell'arte" e di essere "onorato degli uomini tutti per sempre" è troppo, ma la violazione e lo spergiuro del giuramento sembra una tesi inattaccabile.


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