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Bufale sul web: quando i protagonisti sono gli animali

 |  Redazione Sconfini

 

Internet è luogo di molteplici verità. Verità vere, verità frutto di interpretazioni non univocamente condivisibili, verità manipolate, bufale mascherate da verità, leggende metropolitane con un fondo di verità, fatti irrilevanti gonfiati ad arte per diventare abnormi verità. Spesso, involontari protagonisti di queste pseudoverità sono gli animali. In questo divertente, ma anche un po' inquietante, articolo, vi raccontiamo alcune delle bufale più clamorose del web. Questo per capire che non bisogna prendere per oro colato tutto quello che si trova scritto su web, ma anche per verificare fin dove possa spingersi la fantasia (spesso arricchita da un tocco di sadica violenza) dell'uomo.

Tra le oscenità più aberranti la bufala dei gatti imbottigliati vivi. In questo caso era proposta una raccolta di firme per bloccare un presunto giapponese che vende dei malcapitati micetti bonsai, infilati in piccole boccette all'interno delle quali viene messa in pratica "l'arte dei gatti bonsai": i poveri cuccioli prenderebbero la forma di una bottiglia e sarebbero alimentati con sostanze chimiche che lo rendono sterlie, senza la possibilità di muoversi o camminare. Per espellere urina e feci, un'apposita sonda sarebbe inserita nell'ano. In Nuova Zelanda, Stati Uniti e Indonesia, nel 2000 (anno in cui è iniziata a circolare questa bufala) sembrava stesse dilagando la moda dei gatti bonsai. Indignatissimi gli animalisti, centinaia le firme raccolte per fermare il giapponese. Probabilmente c'è ancora qualcuno a distanza di tanti anni, che si vedrà inoltrare questa "catena di S.Antonio". Bufala al 100%, che fa leva sull'effettiva passione dei nipponici per gli animali e le piante in miniatura. A metterla in pratica, uno studente del MIT, creatore del sito parodistico da cui poi si è originato il tutto.

vignetta, bufale sul webNel 2005, poi, si diffonde un appello per fermare la barbarie in atto nell'isola di Reunion. Qui, i cani randagi sarebbero presi all'amo attraverso le parti molli del muso e poi caricati su imbarcazioni per essere gettati in mare ancora vivi per fare da esca agli squali. A corredo di questo appello solo due foto, di due cani probabilmente vittime di un incidente con due ami infilati nel labbro superiore in una zampa. Nessun video, ma soprattutto, a dimostrazione che si tratta di una pratica non permessa sull'isola, è stato celebrato un proceso contro un pescatore dilettante accusato di questa poco intelligente forma di pesca. Per pescare gli squali, sembra invece che si utilizzino cani già morti: l'amo può essere infilzato nel cadavere, senza rischi di morsi e graffi, ma soprattutto senza il rischio di vedersi lacerare il labbro del cane e di perdere quindi l'esca appena gettato in mare l'animale scalciante. Una bufala al 50%.

Nel 2007 Guillermo Habacuc Vargas, un artista da strapazzo in cerca di visibilità, ha organizzato una mostra all'interno della quale ha esposto un cane legato a una corda, destinato a morire di fame sotto gli occhi dei curiosi e degli "appassionati" d'arte. Le firme raccolte per boicottare il sadico artista sono state più di 200mila. Secondo le più accreditate versioni, però, il cane è stato lasciato libero dopo poche ore dall'inizio dell'esposizione. Bufala auto-promozionale di un artista scarso, ma di un probabilmente bravo responsabile commerciale.

Nel giugno 2008, a Selinunte in Sicilia, ridente borgata marinara che d'estate si anima con un po' di turismo entra nel cuore della cronaca isolana per un presunto attacco di cani randagi a una coppia di turisti. Il 4 giugno, davanti a un panificio, una turista straniera cade in bicicletta forse per colpa della sabbia. Si ode un tonfo e nulla più. Lei stessa, dimessa dall'ospedale la sera stessa parlerà di una caduta accidentale dalla bicicletta. Sul Giornale di Sicilia, però, emerge un'altra verità forse figlia di un italiano stentato della turista e di un giornalista forse un po' troppo sbrigativo (o in cerca di un titolo a effetto): è il 12 giugno quando si legge di un assalto perpretato ai danni di una coppia di turisti da un gruppo di cinque cani randagi. E' una scintilla che mette in allarme il Comune, l'accalappiacani, il canile e i lavoratori del porto di Selinunte, che pensano di veder deturpata l'immagine turistica della cittadina. Fatica sprecata: era una bufala.

Ultimo esempio, se non di bufala almeno di mezza verità, di come gli animali sono spesso visti come uno strumento da utilizzare cinicamente per raccogliere consensi o attenzione, la semi-bufala sui globicefali, rilanciata da blog di rilevanza internazionale come quello di Beppe Grillo nel novembre 2008. Ovviamente la notizia, vista il potente mezzo utilizzato, ha fatto il giro del web. Premesso che non siamo assolutamente favorevoli, anzi che ci teniamo a sottolineare l'assurdità e a non condividere la violenza di questa pratica, all'interno di questi articoli ci sono alcuni errori abbastanza rilevanti: si parla erroneamente delle isole Feroe -poi corretto- in Danimarca, quando invece le isole Faroer (questo il vero nome) si autogovernano; si propone quindi un'assolutamente inutile, raccolta di firme da spedire alla Regina di Danimarca, che non ha poteri sulle isole; si afferma poi che la strage viene effettuata dai giovani per dimostrare di aver raggiunto la fase adulta: niente di più falso, perché in realtà gli abitanti poi si spartiscono i prodotti che derivano da questa (comunque violenta e riprovevole) caccia. Inoltre, contrariamente a quanto fatto capire, questi delfini-balena sono una specie in via d'estinzione e anche su questo punto c'è da dire che non è vero, come attestato dall'articolo di Paolo Attivissimo. Inoltre va aggiunto che, poiché la carne di questi animali è molto ricca di mercurio, a causa dell'inquinamento, si sconsiglia anche nelle Faroer il consumo di questi globicefali più di una volta al mese! Insomma, tenendo conto che ne vengono uccisi poche centinaia all'anno (per cifre, regolamenti e altri dettagli ufficiali visitate il sito ufficiale della caccia alle balene faroense), è più probabile che si estingueranno a causa dell'inquinamento che non per questa abominevole caccia degli isolani. E poi, siamo onesti intellettualmente: siamo "razzisti" dal punto di vista animale? Solo perché i delfini-balena sono più belli, o non siamo soliti mangiarli, di altri animali hanno una vita che vale più dei tonni che subiscono centinaia di mattanze simili a quelle dei globicefali ogni anno? E i milioni di polli, cavalli, maiali, manzi e anatre quasi sempre uccisi con grandissima sofferenza dopo una lenta morte per dissanguamento? Valgono meno di un migliaio di globicefali?


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