Che la celeberrima aria del "Va pensiero" fosse diventata forzatamente e senza alcuna ragione storica o culturale l'inno della Padania è un fatto incontestabile.
Forse però l'errore degli storici, dei docenti di qualsiasi ordine e grado (oltre che degli psichiatri che sondano la mente dei leghisti) consiste nel fatto che il "Va pensiero" cantato da Bossi & Co. non è QUEL coro del Nabucco di Giuseppe Verdi (fervente sostenitore dell'unità nazionale), che ha ispirato il Risorgimento italiano e che è stato la triste "colonna sonora" degli esuli ebrei e degli italianissimi esuli fiumani, istriani e dalmati dopo la seconda guerra mondiale.
Assolutamente no! Il "Va pensiero" dei leghisti è un'altra cosa. L'armonia può sembrare la stessa, ma il testo è ben diverso. Come ci suggerisce l'adesivo posto sul gippone di un elettore del Trota il verso più famoso recita così:
"Va pensiero sulle ali D'ORATE" e non "Va pensiero sull'ali dorate"
Ora ci sentiamo tutti risollevati. Abbiamo contribuito con l'aiuto dei valorosi e imperterriti letterati padani a dirimere questa annosa questione. Il Va pensiero originale è ancora un inno all'unità d'Italia.
Una nuova domanda però diventa ancora più pressante: in Padania le orate hanno le ali?
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