
Domus Persona: verso un nuovo concetto di welfare
La proposta di una nuova “cultura della salute”, dove la “persona” viene posizionata al centro, è stata l’idea originaria e originale attorno alla quale si è sviluppato l’evento espositivo “Domus Persona - La salute nella tua casa”, svoltosi recentemente a Trieste.
Primo evento espositivo e culturale, a cadenza annuale, dedicato ai sistemi di sostegno della salute e a favore di una migliore qualità della vita di anziani e portatori di disabilità, l’iniziativa della Fiera di Trieste e della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia (assessorato alla Salute e Protezione sociale e assessorato al Lavoro, università e ricerca) si è sviluppata lungo due percorsi: uno espositivo e uno tematico. Il tema della salute nel proprio spazio abitativo è stato trattato sia nelle aree espositive che in convegniseminari , e incontri di formazione e informazione. Sono stati presentati prodotti, sistemi, servizi, tecnologie presenti sul mercato e di prossima applicazione e commercializzazione, che consentono di migliorare l’accessibilità e la fruibilità degli spazi e degli ambienti chiusi, e proposte soluzioni per la prevenzione, il controllo e l’assistenza. Non sono stati trascurati la formazione, gli impianti normativi, gli aspetti giuridici, assicurativi e previdenziali del mercato del lavoro.
Nel contesto socio-assistenziale l’approccio alla salute deve evolversi e porre sempre maggiore attenzione ai nuovi bisogni ed esigenze della persona disabile o/e anziana. Le risposte del welfare non potranno essere dunque più o solo strettamente sanitarie, ma l’attenzione si deve spostare alle politiche di inclusione. Da qui un nuovo concetto: quello di welfare delle opportunità e delle responsabilità che si rivolge alla persona nella sua integralità. Uno stato sociale che interviene in anticipo, con un’offerta personalizzata e differenziata, rispetto al formarsi del bisogno e che sa stimolare comportamenti e stili di vita responsabili e solidali, per questo utili a sé e agli altri.
Trovare soluzioni, indicazioni, risposte per favorire “la salute nella propria casa”: questa la motivazione dell’iniziativa. Espositori ed esperti hanno dato il loro contributo per sviluppare servizi e opportunità, che in alcuni casi non sono completamente assenti nella quotidianità degli utenti interessati. Per alcuni servizi si parte da un’esperienza consolidata e implementata. Un esempio fra tutti: Telesoccorso e Telehelpcare, strumenti “storici” ma non datati che hanno cambiato, dalla loro adozione in poi, l’organizzazione stessa dei servizi sanitari. Tanto quanto è migliorata la percezione che l’utente ha nel sentirsi sostenuto e accompagnato da figure di riferimento qualificate, in quella fase della propria vita nella quale si formulano richieste e bisogni complessi.
“Televita – ha affermato la sua presidente Michela Flaborea – da oltre 20 anni è al servizio della pubblica amministrazione offrendo servizi di telefonia avanzata per il sociale. Nata nel 1987 iniziando a sperimentare il telesoccorso per i privati, lo ha esteso al pubblico collaborando con il Comune di Trieste, con le Regioni FVG e Veneto”.
L’esperienza volano e pioniere è stata “Amalia”, un progetto pensato come servizio di prevenzione alla solitudine dedicato agli anziani, in particolare per la socializzazione delle persone anziane “sole”. Professionalità e risorse sono state investite nella comunicazione come forma di prevenzione, di cambiamento culturale e di stimolo ad una maggiore sensibilità nei confronti delle persone anziane. Nell’ambito del progetto le situazioni di solitudine vengono identificate in collaborazione con i servizi istituzionali e con specifiche indagini sul bisogno sommerso. Le persone a rischio vengono inserite nel progetto e contattate regolarmente dagli operatori (costantemente formati professionalmente e inquadrati) di Televita per stimolarne la socializzazione, contrastare l’isolamento e prevenire le morti solitarie.
Il progetto Amalia si è evoluto con l’intento di promuovere e coordinare percorsi di salute per persone fragili in carico all’Ass n° 1 “Triestina”: il servizio svolge attività di agenda sanitaria, segretariato sanitario, monitoraggio e follow up. Grazie al coinvolgimento della Provincia di Trieste e dei sei Comuni del territorio provinciale, Amalia oggi sostiene e coordina anche le attività di socializzazione ed aggregazione realizzate dai diversi soggetti istituzionali a vantaggio delle persone anziane. Dall’inizio del progetto al 31/12/2008, oltre 2.800 persone hanno usufruito di Amalia, beneficiando di 19.000 interventi. Il numero di morti solitarie degli anziani si è drasticamente ridotto mentre il tasso medio di suicidi è sceso di dieci punti. Il numero verde è accessibile 24 ore su 24 e consente agli utenti di contattare gli operatori ogni volta che ne hanno bisogno.
“Siamo sostenuti dall’esperienza maturata – ha sottolineato la presidente di Televita – e motivati dalla nostra vocazione al sociale: nell’approccio quotidiano come nelle emergenze mettiamo sempre al centro della nostra azione e del nostro intervento la persona. Con l’impegno costante e rinnovato di investire in tecnologie avanzate e metterle al servizio delle persone per soddisfare oltre i bisogni anche i desideri. Interpretiamo il nostro ruolo nella collaborazione tra pubblico e privato con la consapevolezza che il rapporto deve arricchirsi in termini di flessibilità (con la messa in rete dei dati) e qualità. Quella qualità degli standard e dei criteri di erogazione che da sempre rivendichiamo come base per l’accreditamento con la Regione”.
Argomento quello dell’accreditamento ripreso da Gianpaolo Gaspari, direttore del Servizio sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali della Direzione centrale salute della Regione Friuli Venezia Giulia, che ha sostenuto: “Nel nuovo scenario dei bisogni la Regione deve interpretare il proprio ruolo in una prospettiva nuova: superata l’ottica bipolare che vedeva l’amministrazione pubblica in un rapporto poco flessibile con l’utente (decidere quale servizio e chi lo eroga), deve evolvere verso un’ottica multipolare. L’amministrazione deve acquisire gli strumenti per selezionare al meglio gli enti erogatori, verificare e trovare gli indicatori giusti, correggere e valutare l’efficacia, fino a ricalibrare il servizio. Nel circolo virtuoso del servizio socio-assistenziale, del quale la Legge 6/2006 costituisce il punto di svolta, la pubblica amministrazione rivendica la pianificazione. Tutto il resto può essere esternalizzato ma con criteri precisi e trasparenti per capire gli strumenti e le modalità: la coprogettazione, gli accordi di programma, l’accreditamento. Conseguente a queste linee guida sarà la stesura di un catalogo di servizi accreditati e garantiti dal quale il cittadino potrà attingere liberamente la risposta migliore e maggiormente congrua al suo caso”.
Ignazia Zanzi
PUOI, pronto intervento sociale
PUOI è l’acronimo di Punto Unico di Orientamento e Informazione telefonico per l’accesso ai servizi socio-educativi, socio-assistenziali e socio-sanitari presenti nel territorio regionale, attivato dalla Regione Friuli Venezia Giulia, Direzione centrale della Salute e della Protezione sociale, per garantire ai propri cittadini adeguate informazioni sul sistema di welfare, pubblico e privato. È stata Claudia D’Ambrosio, responsabile dei Rapporti istituzionali di Televita, nell’ambito delle iniziative di Domus Persona, a illustrare il servizio e le prospettive di miglioramento e sviluppo dopo due anni di sperimentazione.
PUOI, tramite un Numero verde (800.007.800) attivo sette giorni su sette, accoglie il cittadino e lo orienta rispetto alle principali risorse ed agli interventi esistenti sul territorio regionale. Si tratta di un servizio di soccorso sociale, cui i cittadini possono rivolgersi comodamente da casa per conoscere con facilità tutte le opportunità e gli interventi sociali e socio-sanitari, sia pubblici che privati, del territorio, per ottenere informazioni aggiornate e competenti ed essere orientati e accompagnati verso le risposte più adeguate, eliminando dispersioni di tempo e inutili spostamenti.
“Semplificare l’accesso ai servizi per i cittadini – ha osservato la D’Ambrosio – e qualificare il rapporto con le istituzioni, facilitando la ricerca ed avvicinando la soluzione di tutti i principali problemi di carattere sociale e socio-sanitario. Per queste ragioni e per questi obiettivi è nato PUOI, come espressione e attivazione del segretariato sociale e di un pronto intervento sociale che eroghi informazione e consulenza”.
Il servizio, di tipo sperimentale, attivo dall’estate 2008, ha ricevuto dalla sua attivazione oltre 7.000 chiamate. Le richieste dei cittadini sono varie: dal sostegno economico al nucleo familiare, alla gestione di persone non autosufficienti, all’informazione sui servizi domiciliari e residenziali territoriali. Gli operatori decodificano la domanda, individuano il bisogno, garantiscono l’informazione, offrendo un vero e proprio servizio di competente consulenza sul sistema di welfare territoriale. Al bisogno PUOI attiva la rete dei servizi per agevolare l’accesso delle persone più fragili e attua una sorta di “pronto intervento sociale” per le situazioni di urgenza/emergenza che si verificano negli orari di chiusura dei servizi pubblici.
foto: David Travis