Pensavate di esservi tolti di torno Berlusconi con il suo triste tramonto da pregiudicato e la contemporanea fine del suo partito? Sbagliavate.
Perché il berlusconismo (con tutta la sua vicinanza alla criminalità e ai valori piduisti) è entrato ormai profondamente nella cultura italica, e se esce dalla porta è solo per rientrare immediatamente dalla finestra. A questo, oggi, non c'è scampo.
La testimonianza più nitida ce la offrono gli elettori del Partito Democratico che senza neanche accorgesene sotto la guida dello scaltro Renzi sono diventati più berlusconiani di Bondi e Bonaiuti nei tempi d'oro. Difendono una riforma costituzionale di inequivocabile stampo piduista, votano candidati impresentabili in chiaro odore di criminalità e da oggi abbracciano la filosofia antigiustizia che fu prima del latitante Craxi e poi di Berlusconi in persona.
L'ignobile frase del premier Renzi riguardo la "barbarie del giustizialismo" sarebbe potuta uscire dalla bocca di Berlusconi pochi anni fa suscitando un'ira incontrollabile tra gli elettori del PD. Oggi invece non accade nulla. L'elettore PD, trasformato ormai da anni di propaganda berlusconizzante, è solo un tifoso. Senza ideali, senza valori. Se non quelli che lo spingono a tifare a prescindere per i suoi colori. Che a capo del suo partito ci sia Jack lo Squartatore, Ghandi, Mefistofele o Madre Teresa di Calcutta a lui non interessa.
A ruota di Renzi si schiera Napolitano, in parlamento dal 1953, che plaude alla mossa propagandistica anti-giudici con la speranza di far passare presto il bavaglio contro i giornalisti e una legge anti-intercettazioni. Dopo aver, giustamente, sfilato in migliaia contro Berlusconi pochi anni fa per le stesse cose come si comporteranno gli elettori del PD?