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Arner Bank: la banca preferita da Berlusconi

 |  Redazione Sconfini

Quest'anno già si è parlato più volte della Arner Bank, l'istituto di credito cui fa capo una parte cospicua del patrimonio finanziario del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, specialmente da quando un'inchiesta della Guardia di Finanza ha permesso lo scorso 11 giugno di entrare negli uffici milanesi della banca con l'obiettivo di accertare la provenienza del denaro utilizzato in una decisa di operazioni e verificare il destinatario delle somme. L'ipotesi era di riciclaggio di denaro sporco.

bancaarnerIl settimanale L'Espresso se ne era occupato in un servizio sul riciclaggio e ha parlato di una decina di conti e società off shore di cui, secondo i rilievi degli ispettori della Banca d’Italia, non sarebbe possibile individuare il reale beneficiario. “È un terreno minato per definizione – scrive il giornale – ma la vicenda rischia di trasformarsi in un caso politico. Perché la Arner da circa 15 anni è la banca di famiglia di Silvio Berlusconi. È l’approdo sicuro di innumerevoli operazioni fiduciarie. La cassaforte in cui viene amministrata una parte del patrimonio dell’uomo più ricco e potente d’Italia”.

L’inchiesta giornalistica fa notare come la Arner Bank “offra riservatezza assoluta e rifugi esentasse” e ricorda come la “storia di questo istituto corre parallela a quella della Fininvest e si incrocia fatalmente con le inchieste giudiziarie che hanno messo a nudo il versante off shore dell’impero di Berlusconi”. L’articolo tira in ballo anche Paolo del Bue, uno dei fondatori della Arner di Lugano. Di origini romane, ma svizzero d’adozione, Del Bue – secondo l’inchiesta giornalistica – avrebbe gestito “i conti di due cassaforti off shore chiamate Century One e Universal one”, e che “facevano capo non ai manager Fininvest, ma direttamente a Silvio Berlusconi”. “A gestire i conti esteri di quelle due società così delicate era proprio Del Bue” scrive l’Espresso. “Grazie ai ‘poteri di firma’ da lui ottenuti il 21 e 28 giugno 1991 – aggiunge la rivista – Del Bue ritira ’sempre in contanti’, nei successivi tre anni, ben 72 miliardi di lire dal conto svizzero di Century One e altri 32 da quello di Universal One”. L’entità dei prelievi, secondo i giudici del caso Mills, “è assolutamente indicativa dello strettissimo rapporto di fiducia” tra Berlusconi e Del Bue, che non si limita a fare il banchiere, ma agisce come un tesoriere occulto del presidente del Consiglio italiano”.  È il settimanale L’Espresso a puntare questa volta i riflettori sulla Banca Arner. O meglio su quella che viene definita la “Berlusconi Bank”, dato che la Arner Bank da 15 anni è la banca di famiglia di Silvio Berlusconi.

Interessante anche il ritratto della vicenda Arner che fornisce Dagospia: "Era il 18 luglio del 2004 e Mills, oggi condannato in appello a 4 anni e mezzo per corruzione giudiziaria, stava raccontando buona parte di quello che, davanti ai magistrati, aveva taciuto per quasi due lustri: dai soldi ricevuti dal cavaliere, sino alla reale proprietà di Century One e Universal One - due off shore, controllate attraverso dei trust da Marina e Piersilvio Berlusconi - che avevano incassato decine di milioni di dollari di fondi neri provenienti dalla compravendita di diritti televisivi".

Tra il 1992 e il 1994, mentre in Italia infuriava Mani Pulite, Del Bue quel tesoro lo aveva però fatto sparire. Assieme ad alcuni collaboratori aveva prelevato 103 miliardi di lire in contanti e si era rifugiato in Svizzera dove, con degli amici, gestiva la Arner, una finanziaria trasformata in banca nel maggio del ‘94, non appena Berlusconi era diventato per la prima volta presidente del Consiglio.

È rileggendo quel verbale di Mills che i magistrati cominciano a intuire l'importanza della Arner, l'istituto di credito di Lugano che, a partire dal 2004, è autorizzato a operare anche in Italia. La Arner è, infatti, la banca preferita da Berlusconi. È la cassaforte in cui i familiari del Cavaliere e buona parte dei manager posti ai vertici del suo impero economico - dal big boss di Mediolanum, Ennio Doris, sino all'entourage dell'avvocato pregiudicato Cesare Previti - versano le loro fortune personali.

Anche la Guardia di Finanza tenta far luce sull'esatto ruolo di un altro personaggio di rilievo nella Arner Nicola Bravetti, uno dei soci dell'istituto, pizzicato per caso al telefono mentre - con la collaborazione del consigliere di amministrazione Mediolanum, Paolo Sciumè - tentava di evitare il sequestro di 13 milioni di dollari accantonati su un conto Arner alle Bahamas da un presunto colletto bianco di Cosa Nostra: l'imprenditore palermitano Francesco Zummo, considerato prestanome di don Vito Ciancimino e già condannato per favoreggiamento. Poi, quando Bravetti e Sciumè finiscono agli arresti domiciliari perché accusati di intestazione fittizia di beni, negli uffici della Arner di corso Venezia a Milano, arrivano pure le Fiamme gialle. L'11 giugno i militari perquisiscono l'intero palazzo Arner e notificano due avvisi di garanzia al nuovo amministratore delegato e, fatto quasi senza precedenti, al commissario Mario Marcheselli, piazzato nell'istituto di credito dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, su designazione di Banca Italia, dopo l'esplosione del caso Bravetti-Zummo. Entrambi sono accusati di non aver collaborato con gli ispettori del governatore Mario Draghi e di aver così finito per favorire le operazioni di riciclaggio.

La procura di Milano, insomma, ipotizza che la banca preferita dal Cavaliere sia una sorta di lavanderia per il denaro sporco."

Che la recente legge sullo scudo fiscale abbia a che fare con tutto ciò?

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Nella foto: la sede della Banca Arner


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