Grecia in bancarotta. E' testa a testa tra Portogallo, Irlanda e Italia per il prossimo default
Nel marzo 2009, quindi poco più di un anno fa, siamo stati tra i primi a lanciare l'allarme default per alcuni paesi (leggi l'articolo) europei.
Rifacendoci ad un prodotto strutturato di JP Morgan ribattezzato (First to default basket, che in pratica scommetteva su quale paese europeo fosse finito per primo in bancarotta) e incrociando alcuni altri dati statistico-attuariali e macroeconomici (Credit default swap, debito pubblico, crescita del Pil) eravamo giunti ad una conclusione univoca: la nazione più vicina alla bancarotta era la Grecia!
Ebbene, ci avevamo purtroppo azzeccato. I titoli greci sono da oggi considerati spazzatura sui mercati finanziari internazionali ed è pressoché certo che (a meno di un robusto intervento dell'Ue) la Grecia e loro titoli di Stato finiranno entro poche settimane come i famosi bond argentini del 2001. Lo Stato ellenico non è in grado da solo di far fronte alla spesa pubblica né di restituire capitali e interessi in scadenza sui titoli pubblici emessi negli anni precedenti.
Le ricadute immediate già in atto sono evidenti. La prima è una perdita evidente di sovranità: in tema di politica economica i greci sono guidati dalla Germania e su pensioni, tagli alla spesa pubblica e politiche del lavoro gli inventori della "democrazia" sono già oggetto di decisioni che vengono prese lontano da Atene.
Caccia aperta ora al prossimo Stato destinato alla bancarotta: un anno fa pareva che dopo la Grecia ad affondare sarebbe stata l'Irlanda, mentre a seguire ecco pronta a soffocare nei debiti anche l'Italia.
In queste settimane prende sempre più corpo invece la teoria dei P.I.I.G.S. (acronimo che in inglese significa maiali). Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna. I cicaleggianti paesi mediterranei sembrano destinati a seguire prima o poi la china ellenica. L'Irlanda è stata superata dal Portogallo, ora il principale indiziato per la prossima bancarotta, ma sul podio del default c'è sempre l'Italia!
Domanda: se l'UE si metterà una mano sul cuore e l'altra sul portafoglio per salvare la Grecia, che in termini nominali ha meno di un decimo del debito dell'Italia, e poi il Portogallo, potrà mai sostenere anche il salvataggio del nostro Paese che è di gran lunga il paese più indebitato d'Europa (7° al mondo, mentre la Grecia fino a pochi mesi fa era solo 9°)?
A preoccupare più di tutto sono le dichiarazioni "ufficiali": "L'Italia non è nella stessa situazione della Grecia e non corre rischio default". Sono esattemente le stesse parole (sostituendo la parola Italia con "Grecia" e la parola Grecia con "Argentina") con cui il governo greco si presentava di fronte alle telecamere internazionali fino a pochi giorni fa.
Neanche togliere i soldi dai conti correnti ci salverà.
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