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Debito pubblico record: si vola verso i 2.000 miliardi di euro

 |  Redazione Sconfini

Non sembra che il governo Monti e i suoi professori siano stati in grado di rallentare neppure di un po' la corsa del debito pubblico italiano.

La ricetta tagli + tasse, tipica della lungimiranza di un organismo monocellulare, non ha dato i frutti attesi da questi extraterrestri scesi dall'iperuranio bocconiano, bensì quelli che la massaia di borgata aveva più correttamente previsto: disoccupazione, recessione, crollo dei consumi, blocco della produzione, chiusura di aziende, stallo del mercato immobiliare. Risultato di settembre: 1.990 miliardi di debito con un incremento di 19,5 miliardi in un solo mese!

Tutti risultati che non ripagano il leggero raffreddamento dello spread. A furia di accise sulla benzina, tasse sulla casa, aumento dell'Iva e del costo della vita, dei prezzi dell'energia e il risparmio nullo sui rami secchi della spesa pubblica, la gente non ha più denaro o voglia di spendere denaro e sta bloccando la domanda.

Senza domanda non si fattura e senza fatturato non ci sono soldi per pagare le tasse e senza introiti che coprano almeno gli interessi sul debito quest'ultimo aumenta a dismisura. Insomma, la ricetta bocconiana è un totale fallimento anche dal punto di vista numerico. Non parliamo poi degli enormi danni sociali e psicologici inferti alla popolazione da questa sottospecie di eredi dell'aristocrazia classista medievale.

Ci arrivava anche un lobotomizzato con la terza elementare. Ma questi fenomeni dell'economia iperliberista no. Può essere? Oppure è tutto voluto?

Se non si è più in grado nemmeno di pagare gli interessi sul debito non si potrebbe azzerare il finanziamento ai partiti? Chiudere il cantiere dell'inutile e costosissima Tav? Rispedire indietro (come hanno già fatto altri Paesi) gli ordini dei cacciabombardieri e già che ci siamo far rincasare i nostri soldati "esportatori di democrazia"? Far pagare l'Imu al 100% al Vaticano almeno negli edifici in cui ci lucra? Fare accertamenti fiscali ai proprietari di barche di lusso o su chi vive 6 mesi all'anno in hotel di extralusso invece di accanirsi contro artigiani e baristi? Oppure aumentare al 30% il prelievo sui disonesti che hanno beneficiato dello scudo fiscale?

Anche intervenendo su questi pochi e ragionevolissimi punti, in pochi mesi si potrebbe ridurre il debito pubblico di oltre cento miliardi consentendo almeno al Paese di riuscire a pagare gli interessi sul debito e nel contempo andare ad attaccare un piccolo pezzo della base nominale del debito.

Ma questo non è lavoro per curatori fallimentari.

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