Comunali 2009: analisi del voto (e della disinformazione televisiva)
Solo 15 giorni fa, al termine della consultazione elettorale delle Europee e del primo turno di ballottaggio per le amministrative, le televisioni hanno dedicato giustamente spazi abbondanti all'analisi del voto. Ormai lo sappiamo che sono tutte (a parte Tg3 e La7) sotto il controllo diretto di Berlusconi e del suo governo, serve prostrate ai piedi del satrapo e dei suoi sgherri. Complessivamente, grazie a sagaci silenzi e manipolazioni, sono riuscite nell'intento di oscurare il calo del partito del Cavaliere (che aspirava al 45% e invece è arrivato al 35%) e la vittoria di Di Pietro, ma tutto sommato hanno svolto un discreto servizio al cittadino.
Il giorno dopo, in pompa magna, gli annunci delle affermazioni del centrodestra in molte consultazioni locali: provinciali e comunali. In realtà, sebbene per lo schieramento berlusconian-leghista, si è trattato di un successo abbastanza netto, avevamo subito rilevato che i numeri non erano così poi tanto esageratamente appannaggio del Pdl e della Lega Nord. Il risultato del primo turno fu di 9-5 per il centrodestra, almeno a livello di Comuni capoluogo ovvero il test più importante, che aveva strappato diverse amministrazioni al centrosinistra. Ben 17 però, abbiamo rilevato 15 giorni fa, erano i Comuni che andavano al ballottaggio. E come è finita? A guardare la tv, in pochi si saranno accorti che ci sono stati questi ballottaggi. Perché? Perché il centrodestra, a livello di Comuni, ha preso una scoppola notevole, immediatamente oscurata dai telegiornali di regime, in primis lo squallido, vomitevole, arrogante, zerbinato, viscido Tg1 diretto disastrosamente da alcuni giorni da Minzolini, uno che, dopo aver conquistato il soprannome di "zero tituli", ha dimostrato di non essere capace nemmeno di distinguere una serie di notizie che coinvolgono il premier Berlusconi (in un giro di prostitute, ragazze, appalti e droga) e che hanno fatto 50 volte il giro del mondo, da gossip strumentale alle opposizioni (guarda il video schock dell'intervento di Minzolini al Tg1).
Vale allora la pena riportare i nudi dati sui risultati dei comuni capoluogo, in modo da fare finalmente un po' di chiarezza con i dati definitivi, che raccolgono primo e secondo turno e quindi offrono la possibilità di un'analisi completa.
Il centrodestra ha conquistato: BERGAMO, BRINDISI, CAMPOBASSO, CREMONA, PESCARA, PRATO, TERAMO, VERBANIA, ASCOLI PICENO, BIELLA, CALTANISSETTA, IMPERIA, PAVIA, VERCELLI.
Il centrosinistra ha conquistato: ANCONA, BARI, FIRENZE, FORLì, LIVORNO, PADOVA, PERUGIA, BOLOGNA, CESENA, FERRARA, FOGGIA, MODENA, PESARO, POTENZA, REGGIO EMILIA, TERNI.
Totale: Centrosinistra batte Centrodestra 16-14.
L'affermazione complessiva è modesta per il centrosinistra (che respira un po' di ottimismo dopo un lungo periodo buio ma che è ben conscia che questo minisuccesso non è merito suo, ma demerito di Berlusconi) e conferma il fatto che l'Italia è spaccata in due, ma la chiave di lettura sta nel fatto che i ballottaggi ci mostrano un risultato molto più limpido: lo scorso week end il centrodestra ha perso 11-5 e soprattutto ha perso in tutti i comuni più grandi e importanti come Bari, Bologna, Firenze e Padova.
Come è avvenuto questo ribaltamento? A fronte dell'oscurantismo di regime, le notizie sugli scandali di Villa Certosa, delle rivelazioni della escort Patrizia D'Addario, le inchieste della Procura di Bari su giri di cocaina e appalti nel settore della Sanità pugliese sono state portate alla luce da alcuni giornali come La Repubblica e dal web, al momento l'unica fonte di informazione realmente libera presente in Italia. E gli italiani, in questo periodo meno distratti dai reality e forse sempre più vicini a Internet, si stanno svegliando dal lungo torpore mediatico lobotomizzante.