Veltroni e Ghedini: cervello in fumo
Il mitico Veltroni, che continua la sua campagna elettorale al fianco di Franceschini è deciso a farlo perdere, e così dopo lo strafalcione su "Craxi grande statista, più innovatore di Berlinguer", se ne esce con un'altra perla dai contorni della presa in giro. In un'intervista al corriere dichiara: «(Quello del conflitto di interessi ndr) E' un tema chiave. Berlusconi che convoca Fiorello per chiedergli di non andare in un gruppo televisivo concorrente del suo è una vicenda simbolica, come la demolizione della vita culturale del Paese che il governo sta attuando. Con Roberto Zaccaria lavoriamo a un testo molto semplice: incompatibilità fra funzioni pubbliche e possesso di mezzi di comunicazione».
Veltroni che lavora su una "durissima" legge sul conflitto di interessi? Adesso che conta come il 2 di picche? Dichiarazioni da voltastomaco. Ricordiamo che nel primo Governo Prodi, nel '96, il buon Walterloo era vicepresidente del Consiglio dei Ministri. Ma non poteva pensarci allora? Ah no, aveva altro da fare: non occuparsi del conflitto di interessi per esempio. Una roba da far accapponare la pelle!
E poi torna alla ribalta, dopo l'infelice battuta su Berlusconi - utilizzatore finale di prostitute, un altro pezzo da novanta del Pdl: l'avvocato del premier Niccolò Ghedini, detto mavalà. Di fronte alla pubblicazione delle registrazioni consegnate da Patrizia D'Addario alla Procura di Bari e messe on line da l'Espresso (sia con audio originale, sia trascritte), il campione del mondo di arrampicata sugli specchi unti di grasso e il recordman del negare l'evidenza si supera ancora una volta: "non si può che ritenere trattarsi di materiale senza alcun pregio, del tutto inverosimile e frutto di invenzione".
Dunque la tesi di Ghedini è questa: italiani, avete ascoltato la voce di Berlusconi che parla con una prostituta, la invita nel letto, la richiama il giorno dopo, la premia con regalini e quant'altro? Bene, anche se si tratta di Berlusconi e di una prostituta un po' mitomane che gira con il registratore acceso, convicentevi che è tutto finto. Tanto lo sa che ci crederanno: è successo così con Mangano, l'eroe, con Dell'Utri, mai condannato per mafia, con Emilio Fede, un giornalista, e con tanti altri soggetti poco raccomandabili...