Le mani del Pdl anche su Raitre. Il Pd dorme e il regime mediatico di Berlusconi si rafforza
Rese impotenti - dal punto di vista informativo - attraverso nomine servili al governo Raiuno e Raidue, cui bisogna sommare il controllo azionario del premier Berlusconi delle private Canale5, Italia1 e Rete4, il Popolo della Libertà (sempre Berlusconi) ha deciso che è ora di rompere con la tradizione anche con Raitre, l'unica rete da sempre non controllata dal punto di vista editoriale dalla maggioranza di governo. E' una cosa stupida e assurda, ma necessaria per tenere un minimo di equilibrio vista la scelta ancora più assurda di consegnare le altre 2 reti Rai ai partiti al governo.
Il periodo che stiamo vivendo, però, suggerisce di rompere anche con questa tradizione di pluralismo infinitesimale e di portare su posizioni più filogovernative anche Raitre. La parola d'ordine è chiara: i cittadini devono continuare a non essere informati come riesce benissimo ad esempio al Tg1 di Minzolini, a vedere interpretare le pseudonotizie tutte in chiave favorevole al regime berlusconiano e a non conoscere le terrificanti verità del premier e della sua banda di piduisti prostrati alla sua volontà.
Proprio per non aver fatto silenzio totale (come gli altri Tg nazionali) sulle vicende private di Berlusconi (scandali di villa Certosa, prostitute a palazzo Grazioli ecc.) il Tg3 ha aumentato di molto lo share conquistando nuovi telespettatori sconcertati dagli infantili Tg di regime.
L'obiettivo del Popolo delle "Libertà" potrebbe essere raggiunto in realtà in poche mosse: eliminare Fabio Fazio, Luciana Litizzetto, Milena Gabbanelli e Serena Dandini. Le nomine sono già scadute e pare che il Pd voglia attendere l'esito del congresso farsa di ottobre per scegliere (in base al vincitore delle primarie) chi controllerà la rete. Mauro Masi, direttore generale di viale Mazzini e uomo di Berlusconi, vuole approfittare ancora una volta degli sbandamenti del debosciato Pd per attuare il nuovo colpo di mano e scavalcare le regole scritte e non scritte da sempre utilizzate per la nomina dei direttori e vicedirettori di rete e di testata. Se il prossimo autunno i palinsesti di Raitre perderanno "Report", "Che tempo che fa", "Parla con me?" il successo mediatico del cavaliere e dei suoi cortigiani e il controllo totale della tv italiana e dei media sarà in mano ad un uomo solo. Proprio come accadde nel drammatico ventennio di Mussolini.