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Berlusconi rischia grosso. Ora si punta a eliminare il reato di concorso esterno in associazione mafiosa

 |  Redazione Sconfini

dellutriDa quasi due mesi il Parlamento italiano è sequestrato, improduttivo, ridotto a un consesso di cervelli votati ad un unico scopo: salvare il soldato B. ovvero Colui che ha permesso di far sedere sugli scranni di Montecitorio e Palazzo Madama quasi la metà dei parlamentari. Mentre l'opposizione collaborazionista del Partito Democratico gioca di sponda con le proposte più o meno irricevibili dello staff di avvocati deputati di Berlusconi e Di Pietro partecipa ad ogni possibile manifestazione di piazza per aumentare il suo consenso affiorano con imbarazzante costanza nuove rivelazione sui rapporti tra l'entourage del Cavaliere e la mafia. Sono tante le procure (Milano, Firenze, Caltanissetta, Palermo) che in un modo o nell'altro stanno cercando di stanare Berlusconi per una quantità di presunti reati ormai troppo elevata per riuscire a confinare tutti i problemi con una sola legge.

E così i crescenti problemi del premier sono all'ordine del giorno sulla stampa di sinistra e di destra. E le rivelazioni clamorose non mancano:

Il Giornale, dell'iperberlusconiano Feltri mette le mani avanti con una prima pagina che apre una doppia possibile interpretazione:

SEQUESTRARE IL TESORO DI SILVIO.

Dalla Sicilia in arrivo un avviso di garanzia a Berlusconi per concorso esterno (in associazione mafiosa ndr). Subito dopo gli verrà requisito l'intero patrimonio. Per la legge infatti basta il sospetto.

Quali sono le strategie verso questo titolone apparentemente contro il capo? Due sono le interpretazioni possibili. O il manganellatore Feltri mette le mani avanti con i propri lettori (di smisurata fede berlusconiana) e comincia a prepararli a vedere il loro idolo politico in carcere e ridotto in mutande, oppure prepara la strada a una sorta di ennesimo complotto inventato da inculcare agli italioti. Grazie a questa prima pagina Berlusconi potrà dire di essere stato avvisato dalla stampa di un avviso di garanzia nei suoi confronti e a quel punto alzerà la voce per chiedere e ottenere dai suoi parlamentari una legge che lo salvi almeno da questa infamante accusa.

Quale legge può salvarlo? A questa domanda ci risponde il versante editoriale opposto, quello bolscevico di Repubblica che, con Liana Milella spiega: "Vogliono mettere mano al reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Quello per cui è sotto processo a Palermo Marcello Dell'Utri. Quello che all'inizio fu contestato a Giulio Andreotti. Quello che colpì (ma finì in un'assoluzione) il famoso giudice "ammazza sentenze" Corrado Carnevale. Quello che ha portato alla sbarra tanti politici nelle zone di mafia, camorra, 'ndrangheta. Un reato che in realtà non esiste, perché nel codice penale non c'è, ma che "vive" per le pronunce convergenti della Cassazione. Quindi un delitto assodato, consolidato, fermo nella storia del diritto.
Ma quel crimine adesso si avvia ad avere una macchia. Potrebbe essere utilizzato dalla procure di Caltanissetta, Palermo e Firenze per indagare il presidente del Consiglio. E questo è davvero troppo. Quindi i consiglieri giuridici del premier si stanno muovendo in anticipo per terremotarlo
".

Non avendo più carte da giocare (anche il processo breve è a detta dello stesso centrodestra incostituzionale) si passa alla fase più violenta e sproporzionata per salvare il capo: l'abolizione stessa dei reati. Stavolta potrebbe toccare al reato di concorso esterno in associazione mafiosa, domani a quello di strage e poi?

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Nella foto Marcello Dell'Utri (da wikimedia commons). Anche lui potrebbe essere salvato dalla cancellazione del reato di concorso esterno in associazione mafiosa


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