Censura in corso
Seppur alla spicciolata questo pare essere un periodo di confessioni in casa Pdl. Dopo la confessione di ieri di Marcello Dell'Utri ("se non mi candidavo nel 1996 mi mettevano in prigione") è arrivata anche l'ammissione del premier Berlusconi sulle reali motivazioni che hanno spinto la Commissione di Vigilanza della Rai a varare una delibera che oscura tutte le trasmissioni di approfondimento giornalistico di natura politica nell'ultimo mese prima delle elezioni regionali.
Perché questa decisione senza precedenti nella storia mondiale? A chi giova questa delibera? Sono queste le due domande principali cui occorre rispondere per comprenderne la portata. E la risposta giunge puntuale da Berlusconi in persona che, intervenuto ancora una volta a promuovere l'ultimo libro (sempre quello, quello che ci ha riempito di presentazioni sotto Natale) del fedele Vespa ha candidamente ammesso: "I talk show, e in particolare quelli della sinistra, hanno fatto abbassare il livello di apprezzamento che hanno i cittadini italiani della classe politica".
Analizziamo questa frase e capiremo quanto illiberale e favorevole al regime del pensiero unico filoberlusconiano sia quindi questa delibera. Berlusconi punta il dito contro i talk show televisivi, ma non tutti. Solo quelli "di sinistra" ovvero quelli che non osannano il suo governo: Ballarò, Parla con me, e Annozero in testa e poi, purtroppo per lui, anche Porta a Porta (ma sulla bilancia dei vantaggi la cancellazione dei primi due vale dieci Porta a Porta messi insieme). Quindi serve ricordare che questa delibera è vincolante solo per la Rai. Mediaset, con i suoi programmi filogovernativi di disinformazione (Mattino 5, Matrix ecc.) non viene toccata dalla delibera e quindi le tv del premier stesso potranno godere di un regime di monopolio del dibattito politico senza obblighi particolari al di fuori delle tribune politiche governate dalla legge sulla par condicio.
Il Cavaliere poi ha proseguito "hanno fatto abbassare il livello di apprezzamento (...) della classe politica". Essendo che la classe politica dirigente in questo momento dominante è quella che fa capo a Berlusconi questa affermazione sancisce che i sondaggi che vedono un consenso bulgaro a favore del governo forse non sono così rosei, al punto da mettere in discussione le vittorie che in molti giustamente danno per certe in moltissime regioni. Per evitare la perdita di altri punti percentuali, quindi, occorre bloccare in televisione ogni spazio di verità ancora disponibile per contribuire in modo determinante a rendere più accomodanti verso il "governo del fare" al momento di esprimere il voto amministrativo.
Prepariamo ad una serie di denunce sulla disinformazione di regime nelle ultime 5 settimane prima del voto perché il web già affila le armi a questa violenta forma di censura alla libertà di stampa e al diritto dei cittadini di essere informati dal servizio pubblico.
Natualmente anche questa disposizione della Commissione della Vigilanza è assolutamente illegale, ma anche di questo i servi del padrone ben piazzati nei ruoli decisionali non se ne cureranno. La legge n.28 del 22 febbraio del 2000 che disciplina la cosiddetta par condicio all'articolo 2 comma 2 stabilisce infatti con chiarezza che le disposizioni per i 'programmi di comunicazione politica' non si applicano ai 'programmi di informazione'.
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