Decreto interpretativo? Anticostituzionalissimo!
Reduce dalla bruttissima figuraccia istituzionale, Napolitano Firmatutto ha nuovamente piegato il capo alla prepotenza del dittatorello facendo finta di non accorgersi che malgrado la ripetuta sottolineatura del governo di non aver toccato la legge elettorale, le cose non stanno proprio così. Infatti, i golpisti fanno riferimento a una legge che vieta al governo di toccare norme di materia costituzionale e elettorale. E' quella del 1988 sul potere normativo del governo. L'articolo 15 secondo comma, della legge n.400 del 23 agosto stabilisce infatti che il governo non può provvedere nelle materie indicate nell'articolo 72, quarto comma della Costituzione (materia costituzionale e elettorale). In esso si legge: "La procedura normale di esame e di approvazione diretta da parte della Camera è sempre adottata per i disegni di legge in materia costituzionale ed elettorale e per quelli di delegazione legislativa, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali, di approvazione di bilanci e consuntivi".
Per farci capire anche ai meno avvezzi alla cultura giuridica: è come se durante una partita di Champions tra Milan e Barcellona la squadra di Berlusconi sbagli un rigore e nell'intervallo (magari sul punteggio di 1-0 per gli spagnoli) la Fifa approvi un nuovo articolo del regolamento del gioco calcio su proposta di Galliani secondo cui basta aver battuto un rigore per aver assegnato il gol. Non ci vuole Einstein per capire quanto in basso siamo finiti, no? Evidentemente però per Firmatutto la legge è un optional. La Costituzione pure.
Esistono analogie con il ventennio fascista? Sì! Anche Mussolini fece, tra le altre, una legge naturalmente retroattiva per stabilire che i reati commessi per il bene futuro del paese non erano reati, che fece uscire di galera tutti gli squadristi che per anni avevano devastato, picchiato, stuprato, ammazzato. Non c'è nessuna differenza di principio con questa legge di Berlusconi, vergognosamente approvata da Napolitano, che si sta comportando in modo analogo a come faceva Vittorio Emanuele III con il Duce.
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