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Dell'Utri il "mafioso" con la scadenza. Da consumarsi preferibilmente entro il 1992

 |  Redazione Sconfini

dellutriAnche la Corte d'Appello di Palermo ha condannato Marcello Dell'Utri per concorso esterno in associazione mafiosa. La pena, che in primo grado era stata a 9 anni, è stata ridotta a 7 anni. L'accusa aveva chiesto 11 anni.

In attesa di conoscere le motivazioni della sentenza, appare comunque chiaro che l'ideatore di Forza Italia è stato riconosciuto come contiguo agli ambienti mafiosi siciliani almeno fino al 1992, ma nello stesso tempo, è stato forse riconosciuto meno attendibile (tra gli altri pentiti) Gaspare Spatuzza, che aveva ricordato il periodo stragista di Cosa Nostra (1992-93) tirando in ballo anche Silvio Berlusconi in qualità di persona quantomeno informata dei fatti. Ma questo è chiaramente un eufemismo.

A onor del vero, però, stando alla lettura della sentenza, sembra che Dell'Utri sia stato giudicato "mafioso" fino al 1992. Dopo, per i reati contestati nel periodo successivo, è stato assolto. In questo senso occorre attendere le motivazioni, perché non è chiaro se i giudici hanno stabilito come veritiere le dichiarazioni di Spatuzza, proprio perché il periodo di riferimento è a cavallo tra quello che i giudici hanno stabilito essere il periodo mafioso e quello da bibliofilo di Dell'Utri. I giudici hanno appurato ancora una volta i legami che Dell'Utri intrattenne negli anni '80 con Bontade e poi con Riina e Provenzano fino alle stragi di Capaci e via D'Amelio. In merito alla trattativa Stato-Mafia successiva alle stragi, Dell'Utri è invece stato assolto perché "il fatto non sussiste".

Politicamente non cambia assolutamente nulla naturalmente, ma le ripercussioni giudiziarie possono essere notevoli e quindi anche l'interpretazione della condanna (i Tg e i giornali di regime sono già all'opera per disinnescare la bomba). Nel pomeriggio vi renderemo conto di come la sentenza sarà trattata e manipolata dai Tg di regime e di come questa condanna sarà rovesciata nella sua interpretazione diventando forse per Minzolini e suoi un'assoluzione.

Un fatto resta comunque certo: Dell'Utri faceva da tramite tra i boss di Cosa Nostra e Berlusconi negli anni in cui nasceva il suo impero immobiliare e venivano inaugurate le sue tv. E il premier quando era stato chiamato a testimoniare sull'accaduto si era avvalso della facoltà di non rispondere.

Ora a Roma, dove gli scricchiolii del regime berlusconiano non si contano più, può accadere di tutto. E purtroppo anche la pax mafiosa potrebbe procedere a passo deciso verso una nuova stagione sanguinosa.

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