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Lodo impronta

 |  Redazione Sconfini

Altro che riforma della giustizia, qui occorre muoversi anche su un nuovo fronte della scienza forense, cioè quello che studia e analizza le impronte digitali.

Dopo aver quasi salvato Berlusconi dal caso Ruby accorciando la prescrizione, averlo prescritto per Mills, aver derubricato il reato di concussione, ora la responsabile maggioranza di governo di certo non lascerà che il minuto e implume rappresentante della politica italiana finisca dietro le sbarre.

Sembra incredibile, ma Berlusconi è riuscito letteralmente a farsi beccare ancora una volta con le mani nella marmellata, ovvero a maneggiare soldi provenienti dai fondi neri che secondo l'accusa del processo Mediatrade sarebbero stati creati da una fittizia serie di compravendite di diritti televisivi che transitavano attraverso società, di cui Berlusconi era il vero beneficiario, create ad hoc e disseminate per tutto il pianeta con il solo scopo di nascondere decine di milioni di euro al fisco italiano.

La richiesta dei pm che indagano sul reato di frode fiscale è di 3 anni e 8 mesi per Berlusconi.

Tra le prove, oltre ad una serie di consulenze e perizie, un'enorme mole di documenti e... le impronte digitali di Berlusconi sulle banconote provenienti dai fondi neri! Una beffa per uno come lui che è stato accusato di quasi tutti i reati possibili e immaginabili nel corso di 40 anni di "onorata" carriera politico-imprenditoriale.

Urge un novello lodo per salvare lo sciagurato corruttore, il lodo impronta, che potrebbe recitare più o meno così: la prova regina della polizia scientifica, l'impronta digitale sull'arma del delitto, non può essere presa in considerazione se il reo è un imprenditore che sia stato almeno 3 volte presidente del consiglio dei ministri, abbia un'acclarata passione per minorenni dai facili costumi e possa annoverare in passato di aver avuto stallieri mafiosi alle proprie dipendenze.

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