Ipse dixit: anno 2006, le chiavi e il rating
Ottobre 2006. Il governo Prodi è in carica da 5 mesi e ha scoperto da poco una nuova voragine nei conti pubblici provocata dalle "ottime" intuizioni di Berlusconi e Tremonti, inventore della finanza creativa.
Standard&Poor's declassa il rating del debito pubblico italiano. La colpa, evidentemente, non può essere dell'esecutivo appena entrato in carica, anche perché all'epoca mancava un mese alla presentazione della sua prima manovra finanziaria. La colpa è inevitabilmente di chi ha guidato l'economia nazionale nei 5 anni precedenti.
E invece, l'ex (e futuro) premier Berlusconi - che come oppositore è veramente da prendere a modello - si scagliò contro il governo Prodi con queste parole: "questo è un governo che, bocciato dalla maggioranza degli italiani, dalla banca d'Italia, dalla finanza internazionale, dovrebbe avere il buon senso di restituire le chiavi di Palazzo Chigi, prima di arrecare altri e irreparabili danni al Paese". E poi, ancora spalleggiato da Fini, prometteva una mobilitazione popolare contro il "governo delle tasse" (che non aveva ancora portato in Parlamento una manovra economica).
Poco più di un anno dopo Prodi cadde, non prima di aver accumulato (nonostante una maggioranza sgangherata e per certi versi ridicola, in balìa di comunisti e mastelliani) un prezioso tesoretto di alcuni miliardi di euro che Tremonti fece di nuovo sparire nel nulla nel 2008 una volta tornato al Tesoro.
Oggi Standard & Poor's ritocca ancora al ribasso il rating italiano, dopo altri due anni e mezzo di "sgoverno" Berlusconi: che facciamo con le chiavi? Le affidiamo a un paio di prostitute meglio se minorenni, o a una vecchia tedesca culona e inchiavabile?
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