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Figure di Lega

 |  Redazione Sconfini
renata-polverini-imbocca-umberto-bossiMolto tempo fa, apostrofare con l'attributo "leghista" una persona era considerato un insulto. Poi la Lega Nord ha vissuto il suo picco di popolarità (oltre il 10% a livello nazionale e consensi più che doppi in molte regioni del Nord) e il suo perenne carnevale a cavallo tra il celtico/scozzese e le perifrasi a suon di rutti è stato accettato dalla pubblica opinione.

Con Pontida 2011 possiamo quasi certamente affermare che il carnevale padano volge al termine e che ben presto arriverà il mercoledì delle Ceneri anche per questo movimento che è nato di lotta ma poi è diventato, tra quelli che hanno governato il Paese, il più becero dei partiti, populisti, "parentocratici", succhia soldi pubblici e antimeritocratici.

La cosa più sensata nella lunga maratona leghista di Pontida l'ha detta (e questo è ancora più drammatico) lo storico leader Umberto Bossi: se stacchiamo la spina "al Governo non ci torniamo più". E' la certificazione di un movimento ormai agli sgoccioli soprattutto in termini di credibilità. Resistono ancora numerose casalinghe valligiane con la cornamusa e ultras da stadio diffidati, ma i grandi traguardi sembrano lontani.

Tre, per il resto, sono le gemme da ricordare e tramandare ai posteri che leggeranno sorridendo e disprezzando il nostro tempo.

Al primo posto il mitico Matteo Salvini, quello col rutto e coro da stadio incorporato, che tenta di strappare al Trota (arrivato a Pontida in attillata tenuta da ciclista) la palma di più ignorante e a Totti quello dell'oratore più goffo. Alla domanda di Mentana al Tg di La7 sul fatto che i ministeri al Nord possano diventare il casus belli, il dotto latinista Salvini risponde: "Quanto belli, quanto grandi, quanto splendenti siano i ministeri a roma onestamente mi interessa poco".

Al secondo posto il ministro degli Interni (teoricamente) della Repubblica Italiana che grida "Sogno una Padania libera e indipendente" e rincara la dose "Abbiamo contro tutta la magistratura che è a favore dei clandestini" E lui era quello serio...

Al terzo posto, l'impagabile Castelli, che ricorda con orgoglio le sue "origini celtiche" nel tripudio dei sottostanti Braveheart avvinazzati.

Resta il delirio sui Ministeri al Nord con la Polverini e Alemanno che, svestiti i panni delle badanti di Bossi, si sono compattati a difesa dei dicasteri romani.

Insomma, ironie a parte e con tutto il rispetto per gli elettori della Lega, vi pare che Pontida sia la fotografia di un movimento in buon stato di salute (fisica e mentale)?

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 foto: okroma.it


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