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Matteo Frankenstein Renzi

 |  Redazione Sconfini

Tra il divertente e il divertito vale la pena tentare di fare un'analisi sulla vasta eco che sta suscitando il tour di Matteo Renzi in chiave primarie del PD.

Servono una serie di premesse per capirne il profilo politico. Che poi più che politico è un bell'esempio di marketing elettorale.

La prima premessa: il PD, purtroppo solo in teoria, sarebbe un partito di centrosinistra con leggera preponderanza per la corrente rossa rispetto a quella bianca. Naturalmente in teoria perché se così fosse i parlamentari del PD non avrebbero votato la riforma pensioni, la svuotamento dell'art.18, l'Imu aggiornata da Monti (ma voluta da Bossi e Berlusconi, ricordiamolo), non governerebbero con il PDL e non si sognerebbero di allearsi con Casini piuttosto che con Vendola e Di Pietro.

Comunque, l'elettorato del PD, almeno quello che dovrebbe votare alle primarie, dovrebbe essere moderatamente schierato a sinistra. E Renzi che si inventa? Un programma in 12 punti che non ha praticamente nulla, ma proprio nulla di sinistra.

Ci sono diversi spunti "grillini" (non solo l'idea del camper mutuata da Beppe Grillo già nelle ultime tornate delle amministrative):

- Ripristino della democrazie

- L'Europa dal basso

- Per la crescita (economica?): partire dal basso e smantellare le rendite.

Poi ci sono le parole che aprono il suo programma: "Questo non è un programma", che suona tanto come "Non statuto" del Movimento 5 Stelle.

Una venatura da vecchia dc cerchiobottista e drammaticamente vaga:

- Premesse del rilancio

- Investire sugli italiani (quali? chi? tutti? in parti uguali?)

- Fisco dalla parte di chi lavora e di chi intraprende (come se fosse possibile accontentare tutti. Il Fisco serve a scontentare qualcuno per garantire dignità a qualcun altro e ora è proprio difficile capire chi stia peggio, favorire contemporaneamente chi lavora e i datori di lavoro è un'assurdità)

- Il modello italiano: cultura, turismo, sostenibilità (un popolo di santi, poeti, navigatori...)

Una strizzata d'occhio alla Lega Nord:

- La garanzia della sicurezza

E tanto, tanto berlusconismo o per meglio dire, conservatorismo di destra, very liberal:

- Investire sugli italiani (come se fossero appartamenti)

- Il welfare come investimento sulle persone (come se fossero bot o ctz)

- Stato semplice (Mitt Romney dixit)

Anche la scelta del font usato per lo slogan ADESSO! (tra l'altro copiato da quello di Franceschini di un paio di anni fa) richiama senza ombra di dubbio il partito repubblicano americano così come la scelta dei colori rosso e blu su fondo bianco fa molto U.S.A. Il senso semantico di questa scelta sfugge, ma è giusto rilevarlo.

Niente di strano comunque se pensiamo che lo spin doctor di Renzi è quel Gori che lanciò Berlusconi sulla scena politica.

Resta il fatto che Renzi ha capito una cosa: con le sole tessere del PD non si va da nessuna parte, bisogna allargare la platea degli elettori delle primarie, altrimenti le vecchie volpi, i capibastone dei circoli e i signori delle tessere lo seppellirebbero di voti pro-Bersani. Per questo Renzi è costretto a fare il Frankestein, un po' leghista, abbastanza grillino, leggermente dc e molto berlusconiano.

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