La piroetta di Berlusconi, proprio a un passo dal trapasso politico, con annessa (finta) fiducia a Letta ha spiazzato non pochi protagonisti della scena politica e osservatori.
Il vecchio evasore con disturbi da erotomane è riuscito a inabissarsi sotto il pelo dell'acqua poco prima che l'ultimo arpione gli togliesse l'ultima stilla vitale e ricattatoria. La maggioranza esiste comunque anche senza di lui, nonostante il volto pietrificato di Angelino "lodo" Alfano che certamente se l'è fatta nelle mutande quando il Caimano ha dichiarato di aver cambiato nuovamente idea sulla fiducia a Letta.
Ora il suo potere ricattatorio è depotenziato ma questa mossa gli ha permesso di stanare tutti i "traditori" disposti a pugnalarlo alle spalle nel momento di debolezza. Tanti Bruti pronti ad uccidere papà Cesare non pensava neanche lui di averli allevati.
Questo quadro regge almeno finché coloro che hanno tentato la scissione resisteranno dall'essere blanditi per tornare all'ovile. Se questi ultimi (Cicchitto, Alfano, Giovanardi, Lupi, Formigoni pensate che combriccola regge il governo), invece, presi dalla paura di fare la fine di Fini e le altre camicie nere di An fedeli all'ex presidente della Camera, dovessero tornare indietro per riabbracciare Cesare allora il potere ricattatorio di Berlusconi, senza più nemici interni o possibilità di altri tradimenti, deflagrerebbe in modo violento e questa giornata farsesca potrebbe essere ricordata come il capolavoro finale di Berlusconi sulla strada del salvacondotto (che sia grazia, amnistia, indulto o tutte e tre le cose assieme poco importa).
Nell'attesa che venga quel giorno consoliamoci con una tautologia sicura per quanto temporalmente precaria. Se anche Berlusconi si è allineato con i diversamente berlusconiani, significa che oggi non ci sono berlusconiani. Forse solo per oggi.
Purtroppo.
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