In un periodo in cui fiorisce la peggiore informazione e si alimentano i peggiori istinti primordiali, giornali di dubbia levatura morale soffiano sul fuoco dell'intolleranza, ben rilanciati da quella legione di imbecilli (cit. Umberto Eco) che trova spazio e risonanza sui social.
Oggi è la volta del presunto divieto di minigonna in Olanda per non urtare la sensibilità della comunità islamica, più precisamente nel quartiere Nieuw-West di Amsterdam effettiamente abitato da molti musulmani. In verità si tratta di una notizia manipolata e vecchia di quasi un paio di settimane.
Qualche buontempone cui l'ordine non ha ancora tolto il patentino da giornalista ha addirittura scritto che "ci attende un futuro con il velo".
Niente di più falso. Già il 16 marzo il giornale olandese Dutch News titolava: "Short skirt 'ban' in not a ban at all, say Amsterdam officials" tanto per smontare già in patria la non-notizia.
In pratica le autorità già 15 giorni fa avevano negato ci fosse alcun divieto. Ma che è successo dunque?
Una dipendente di un ufficio pubblico si è recata a lavoro con stivali molto alti e una gonna molto corta (al punto che "di vedevano le natiche"). La dirigente dell'ufficio ha trasmesso una circolare via email ai dipendenti stigmatizzando abbigliamenti poco decorosi. Si è trattata di un'iniziativa personale non richiesta da alcun utente. L'amministrazione della capitale olandese ha precisato, come già detto, che non esiste alcun divieto di minigonna. Il caso, almeno nel civilizzato Paese dei tulipani, si è spento immediatamente.
Come è possibile che in Italia una vecchia non notizia venga manipolata e data impunemente in pasto a legioni di imbecilli?