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Renzi ammette l'ingresso di Verdini nel Governo

 |  Redazione Sconfini

Matteo Renzi ci rivela un'interessante ricostruzione storico-politica delle ultime elezioni politiche (2013) e sui suoi successivi nefasti sviluppi. Si tratta solo di una giustificazione per uscire dall'angolo in cui viene costretto dagli (ex) militanti del PD e dalla minoranza oppure siamo di fronte a una vera ammissione di colpa?

Si legge infatti sull'Unità questa dichiarazione: "Conosco un metodo infallibile per non avere in maggioranza Alfano e Verdini: vincere le elezioni, cosa che nel 2013 non è accaduta".

Si tratta evidentemente di due notizie molto succulente. La prima, decisamente più polposa, è l'ufficiale ingresso di Verdini (appena condannato a due anni con pena sospesa per concorso in corruzione) nel governo. Ufficialità da molte parti più volte richiesta e reclamata ma tenuta nascosta fino alla condanna del potente senatore toscano. Resta da trovare un solo elettore del Pd o di Sel che nel 2013 avrebbe votato lo schieramento di centrosinistra se avesse saputo che di là a poco il suo candidato premier (che non sarebbe stato lo stesso che si era presentato alle elezioni ma che sarebbe cambiato ben due volte) avrebbe stretto patti di governo con Alfano (quello del Lodo pro Berlusconi che mandò in bestia per mesi il centrosinistra italiano) e Verdini (il massone che fu berlusconiano di ferro). Ovviamente non si troveranno.

Poi c'è la seconda notizia: nel 2013 il Pd ha perso le elezioni. E anche qui resta da capire che ci faccia allora saldamente al governo. E perché l'abnorme e incostituzionale premio di maggioranza è finito a Sel (che poi non ha mai fatto parte della maggioranza di governo ma ha piazzato decine di parlamentari più del dovuto) e al Pd. Dunque, se il Pd non ha vinto le elezioni e si è dovuto alleare con pezzi della coalizione avversaria anche lei sconfitta pur di governare, chi diavolo ha vinto le elezioni?

Il tutto in un quadro in cui Renzi governa con i voti di povera gente che ha scelto un programma di governo che è l'esatto opposto di quanto portato avanti da Renzi.

La fotografia attuale è che il Governo, pur avendo una specie di maggioranza (variabile al Senato) non è titolato dai numeri del 2013 a rappresentare un bel niente nonostante questo pasticcio istituzionale: polverizzatosi Scelta Civica di Monti e sommando aritmeticamente i voti persi con l'uscita dalla maggioranza di Sel e guadagnati con l'ingresso di Alfano (che vale meno del 3,5%) e Verdini (che si guarda bene dal presentarsi da solo a qualsiasi tipo di elezione) ci ritroviamo con un governo che rappresenta meno del 30% dei voti del 2013. Gli unici che contano davvero.


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