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CSV: punto di riferimento per il volontariato

 |  Redazione Sconfini

Intervista al presidente del CSV-FVG, Sergio Raimondo.

 

Da qualche tempo lei è una delle figure più importanti del mondo del volontariato nel Friuli Venezia Giulia. Però, a parte che per i suoi meriti professionali derivanti dall’essere presidente del Centro interprovinciale dei Servizi per il Volontariato del Friuli Venezia Giulia, poco si conosce della sua vita. Cosa ci può raccontare?

“Ho 42 anni, sono nato in Belgio in quanto figlio di emigranti, ho comunque fatto gli studi in Italia. Sono diplomato in elettronica all’istituto tecnico Malignani di Udine, e ho interrotto gli studi universitari al quarto anno di ingegneria elettronica a causa di un incidente che mi ha paralizzato braccia e gambe. L’incidente che ho avuto ha segnato la mia vita in quanto ho dovuto riprogrammare gli obiettivi, il lavoro e la mia vita di relazione. Per diversi anni ho dovuto puntare alla riabilitazione”.

 

Una vita segnata, ma che non ha assolutamente piegato la sua voglia di fare.

“Con il tempo ho iniziato a daltedicarmi a diversi lavori: programmatore in un centro elaborazione dati, responsabile di produzione in una cooperativa, insegnante presso diversi istituti tecnici”.

 

Poi nuove scoperte dell’ingegno umano hanno attratto la sua attenzione…

“Ad un certo punto della mia vita sono venuto a conoscenza della filosofia della Vita Indipendente e questo mi ha permesso di diventare un individuo libero nonostante la disabilità. Con altre persone abbiamo fondato l’associazione Idea onlus (di cui parliamo a pagina xx, ndr) e con questa abbiamo diffuso Vita Indipendente in Friuli Venezia Giulia con notevoli risultati. Prima di essere presidente del Centro Servizi Volontariato ho collaborato con questo ente per organizzare una serie di eventi nel 2003, anno europeo della disabilità. L’ambiente mi è piaciuto e l’anno dopo mi sono candidato come consigliere provinciale, poi una serie di eventi ha fatto sì che venissi eletto presidente. La macchina amministrativa è molto complessa e confesso che mi ci è voluto un anno affinché riuscissi a guidarla”.

 

Di cos’altro si occupa in questo periodo?

“Attualmente sono anche presidente di una cooperativa di disabili che lavora nell’ambito delle nuove tecnologie, nonché presidente di un centro di riabilitazione regionale per persone con lesione al midollo spinale”.

 

Essere presidente del CSV è un impegno certamente pesante. Le occupa molto tempo?

“La carica di presidente del Centro Servizi Volontariato, che ovviamente è gratuita, mi impegna notevolmente, però posso affermare che grande è la mia soddisfazione in quanto ho visto questo Centro crescere notevolmente nell’ultimo periodo, e contemporaneamente ho visto crescere molte associazioni grazie ai servizi che riusciamo a fornire. Lo staff che collabora al raggiungimento degli obiettivi è fantastico. Una menzione particolare va al nostro direttore, Dario Mosetti, che con abnegazione collabora a tempo pieno e con il suo apporto è riuscito a far crescere il Centro”.

 

Ci sono aspetti critici nell’espletarsi dell’attività del CSV?

“Aspetti critici non ce ne sono: l’unica cosa che posso dire è che molte volte i finanziamenti arrivano in ritardo, ma non per colpa delle Fondazioni, che ringrazio per l’apporto che forniscono al Centro, piuttosto per la complessità dei meccanismi e dei regolamenti che dobbiamo rispettare”.

 

Quali sono i progetti più importanti su cui state lavorando?

“Un obiettivo difficile ma stimolante che assieme al consiglio direttivo stiamo perseguendo, è la creazione di una scuola di formazione accreditata rivolta ai volontari: il mondo del volontariato è diventato complesso e per poter essere pronti alle sfide del mondo ci vuole sempre una maggiore preparazione”.

 

Ha qualche rimpianto relativamente al ruolo che ha all’interno del CSV?

“L’unico rimpianto che ho è che a causa dell’esiguità delle risorse a disposizione non riusciamo a prendere in considerazione e a finanziare tutti i progetti che ci presentano le associazioni”.

 

Come riuscite a dare comunque il necessario supporto a tutte le associazioni?

“Da diversi anni il Centro Servizi Volontariato ha istituito l’Osservatorio della sussidiarietà grazie a cui abbiamo svolto un grosso lavoro a favore delle associazioni, dal cinque per mille ai piani di zona, a varie ricerche: molte cose abbiamo fatto, ma molto ancora dobbiamo fare affinché la sussidiarietà sia parte del nostro sistema. Importante è stato il supporto che abbiamo dato alle associazioni per quel che riguarda il servizio civile: siamo accreditati in terza classe e assieme a noi altre 20 associazioni hanno presentato progetti di servizio civile. Purtroppo anche qui, a causa dell’esiguità delle risorse stanziate a livello nazionale, non tutti i progetti sono stati realizzati”.

 

Per il futuro dove pensa sia utile orientare gli sforzi?

“Lavoro da fare ne abbiamo ancora molto, soprattutto per quel che riguarda il coinvolgimento dei giovani al volontariato: questo è un problema non solo nella nostra regione, ma in tutta Italia e addirittura in tutta Europa. I volontari hanno un’età media abbastanza alta: se riusciremo ad abbassarla vuol dire che siamo credibili in quel che diciamo”.

Giuseppe Morea



In collaborazione con Help!

 

 


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