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Annie Spratt

Il sesso perfetto? Per gli esperti dura 10 minuti

 |  redazionehelp

Stop a maratone di sesso estenuanti sotto le lenzuola… passati dieci minuti il cervello comincia a vagare in altre direzioni e subentra la noia. A sostenerlo è un gruppo di cinquanta sessuologi della Society for Sex Therapy and Research coinvolti in un sondaggio sulla durata ottimale del rapporto sessuale pubblicato sul Journal of Sexual Medicine.


I sessuologi, anche sulla base dell’esperienza dei loro pazienti, hanno risposto al questionario sostenendo che un rapporto sessuale della durata tra uno o due minuti è ritenuto “insufficiente”, quello che dura tra i 3 e i 7 minuti può definirsi “accettabile”, superati i 13 minuti il rapporto è giudicato troppo lungo. L’ideale è un rapporto quindi di 10 minuti.

19/11/2010 - Previeni il tumore del cavo orale e della faringe bevendo caffè

Bere quattro o più tazze di caffè riduce del 39% il rischio di essere colpiti da tumore del cavo orale e della faringe, rispetto a quanti non prendono la bevanda abitualmente. La notizia è emersa da uno studio condotto da una giovane ricercatrice del Dipartimento di Epidemiologia dell’Istituto di Ricerche farmacologiche Mario Negri e del Dipartimento di Medicina del Lavoro dell’Università di Milano, Carlotta Galeone. Ricerca, questa, che ha fruttato alla studiosa il premio Giulio Alfredo Maccacaro, dedicato ai ricercatori in erba.
Per giungere a questa conclusione la ricercatrice ha messo insieme i risultati di nove studi condotti in Europa e in America, esaminato un campione di più di cinquemila persone, effettuato oltre novemila controlli. Per Silvio Garattini, direttore del Mario Negri, “questo studio conferma che il caffè ha un ruolo favorevole nel contrasto delle neoplasie del cavo orale”. “Considerando il considerevole consumo di caffè a livello mondiale – aggiunge – e l’elevata incidenza dei tumori orali, questo effetto favorevole riveste una notevole rilevanza a livello di salute pubblica”.

19/11/2010 - Olfatto più sviluppato per chi è obeso

Gli obesi presentano un olfatto più sviluppato rispetto alle persone normopeso, specie quando si tratta di cibo. Questo potrebbe essere all’origine delle difficoltà a perdere peso che incontrano gli obesi, dal momento che faticano a restare lontani dal cibo. A queste conclusioni sono giunti i ricercatori dell’University of Portsmouth, nel Regno Unito. Per gli studiosi, infatti, la parte del cervello addetta alle elaborazioni delle informazioni connesse agli odori è strettamente collegata ai centri di controllo dell’alimentazione.
Per l’esperimento sono stati tenuti sotto osservazione 64 volontari normopeso e sovrappeso, che sono stati sottoposti a vari esperimenti per valutare la loro capacità olfattiva. Dai risultati dello studio è emerso che, prima di mangiare, le nostre capacità olfattive sono davvero alte, capacità che però vanno man mano diminuendo dopo aver consumato un pasto completo, quasi che l’organismo ponesse dei limiti all’introduzione di alimenti una volta raggiunta la sazietà. Lo stesso, però, non vale per chi è in sovrappeso. Gli obesi, anche a stomaco pieno, continuano ad avere un olfatto più sviluppato.

03/12/2010 - Troppo puliti? Aumenta il rischio di allergie

Secondo un gruppo di ricercatori della School of Public Health dell’Università del Michigan la troppa pulizia non fa bene alla salute, perché aumenterebbe il rischio di allergie. Sotto accusa i frequenti lavaggi con saponi antibatterici o dentifrici con triclosan, una sostanza che può avere influenze negative sul sistema immunitario.
Per giungere alla conclusione, i ricercatori hanno utilizzato i dati del National Health and Nutrition Examination Survey raccolti tra il 2003 e il 2006, mettendo a confronto la presenza del triclosan nelle urine con le diagnosi di allergia o febbre da fieno (queste ultime sono state usate come marcatori di alterazioni immunitarie) in un campione di bambini dai 6 anni in su. Ebbene nei bambini – di nazionalità americana – che presentavano livelli più alti di triclosan era più alto il rischio di vedersi diagnosticate delle allergie.
“I risultati ottenuti – chiarisce Allison Aiello, principale autore della ricerca – sostengono l’ipotesi secondo cui ambienti molto puliti e igienici possono avere un impatto sulla nostra esposizione a microrganismi benefici per lo sviluppo del sistema immunitario”. “In realtà però – conclude il ricercatore – è possibile che gli individui allergici siano più puliti a causa della loro condizione, e che il rapporto che abbiamo osservato sia, quindi, non causale o sia un esempio di causalità inversa”. Lo studio è pubblicato su Environmental Health Perspectives.

17/12/2010 - Meno precauzioni nella vita reale per chi fa sesso virtuale

Meno prudenti nella vita reale i giovani che fanno sesso via Internet. Avere rapporti on line, porterebbe ad avere meno inibizioni nella realtà e ad avere quindi rapporti senza precauzioni nella realtà. A dare l’allarme è la Sigo, la Società italiana di ginecologia e ostetricia. “La soglia del pericolo – afferma il prof. Emilio Arisi, consigliere nazionale Sigo – è più bassa nei giovani che per ora si scambiano sul web messaggi, foto o video ad alto contenuto erotico”. Questo comporta un sensibile aumento di malattie sessualmente trasmissibili e di gravidanze non volute.
Secondo una recente indagine pubblicata sul Journal of Adolescence Health, infatti, i social network sono fra le principali fonti di creazione di falsi miti sulla contraccezione, per esempio che la prima volta è impossibile rimanere incinta. “Ma possono essere usati anche in positivo. Il counselling – ha aggiunto il prof. Giorgio Vittori, presidente Sigo – deve esplorare e indagare le esperienze e le opinioni trasmesse tramite questi nuovi “luoghi” virtuali di aggregazione. Noi cerchiamo di farlo: il nostro sito www.sceglitu.it, con oltre 40.000 visitatori unici al mese, è diventato il portale italiano di riferimento sull’educazione sessuale. E stiamo anche sperimentando la consulenza via chat. Cosa ci chiedono i giovani? Le domande più comuni (44%) riguardano i metodi anticoncezionali, come sceglierli ed utilizzarli correttamente. Il 33% ha bisogno di capire come evitare una gravidanza indesiderata (molti i dubbi su petting e preliminari), il 15% vuole informazioni sulle malattie sessualmente trasmissibili e l’8% desidera essere messo in contatto con uno specialista o un consultorio”.

17/12/2010 - Viviamo di più ma non sempre in buona salute

Se è vero che la possibilità di un 65enne di sopravvivere fino a 85 anni si è raddoppiata, passando dal 20% al 40%, è vero anche che si è ridotta la qualità degli anni in più guadagnati. A sostenerlo è uno studio condotto dall’University of Southern California di Los Angeles. In pratica, il numero medio di anni in cui una persona può vivere in buona salute si sta riducendo ogni anno di più, dal 1998.
Rispetto ad un 20enne di dieci anni fa, il 20enne di oggi dovrà vivere un anno in più da malato. Si riducono inoltre gli anni da vivere in piena autonomia: un 20enne di oggi sarà costretto a vivere 5,8 anni con problemi motori, un 20enne di dieci anni fa era destinato a viverne 3,8. Per i ricercatori, è vero che negli anni siamo stati più bravi a diminuire la mortalità ma non certamente a prevenirla.

17/12/2010 - Una dormita di 8 otto ore… ti fa bella!

Dormire fa bene alle capacità mentali (si diventa più concentrati e attenti!) e all’aspetto, regalando infatti un aspetto più attraente. A sostenerlo è una ricerca condotta dall’Istituto Karolinska di Stoccolma che ha dimostrato l’efficacia di una buona dormita di almeno otto ore sulla persona. Fino ad oggi non era mai stata provata la correlazione tra riposo e bellezza.
Sotto osservazione il volto di 23 persone dai 18 ai 31 anni da parte di un gruppo di 65 volontari, che hanno dovuto giudicarlo per bellezza e aspetto. Le persone osservate (rigorosamente senza trucco, con i capelli non legati, non fumatori e che non avevano assunto alcol nei giorni precedenti all’esperimento), erano state fotografate nel primo pomeriggio in due diversi momenti (dopo una notte di sonno pieno di 8 ore e dopo una dormita di appena 5 ore), ma nello stesso luogo, con la stessa macchina fotografica e con le medesime condizioni di luce.
Gli osservatori non sapevano quanto tempo gli osservati avessero dormito, ma il risultato non ha lasciato dubbi: i volti più belli appartenevano a quelli che avevano dormito di più. “Gli esseri umani – sostengono i ricercatori – sono sensibili ai segni facciali legati al sonno, con potenziali implicazioni sui comportamenti e sulle decisioni sociali”.

22/12/2010 - Allergie ai pollini, ko con 3-4 banane al giorno

Un’arma di difesa contro le allergie arriva dalle banane, un frutto ricco di sostanze capaci di migliorare le difese immunitarie e di ridurre i sintomi delle allergie ai pollini. Ad asserirlo è un gruppo di ricercatori dell’Università delle Scienze di Tokio (Giappone), guidato dal professor Akinori Taninaka. La ricerca è stata presentata nel corso di una riunione della Società Giapponese per gli Usi medici dei Cibi funzionali, tenutasi ad Otsu.
L’esperimento è stato condotto sui topi di laboratorio resi allergici al polline. I topi sono stati divisi in due gruppi, uno aveva avuto ricevuto 10 grammi di banane per 3 giorni, il secondo invece no. Da analisi successive è risultato che i roditori del primo gruppo presentavano una riduzione del 50% delle sostanze-spia dell’allergia rispetto al secondo gruppo.
Per gli studiosi, i livelli di leucociti eusinofili, in pratica i globuli bianchi che aumentano negli allergici al polline, nei topi alimentati con le banane erano diminuiti in modo sensibile ed erano equiparabili a quelli dei topi sani. “Dieci grammi di banana al giorno per un topo – ha spiegato Taninaka – equivalgono a 3-4 banane mangiate da una persona. Continueremo con gli esperimenti in modo da capire se il consumo regolare di banane può alleviare i sintomi allergici anche nell’uomo”.

22/12/2010 - Echinacea, nessuna efficacia contro il raffreddore

Secondo i ricercatori dell’American College of Physicians ricorrere all’estratto di echinacea se colpiti dal raffreddore serve a ben poco. L’echinacea infatti non sarebbe più efficace di un placebo nel ridurre i sintomi del raffreddore.
L’esperimento è stato condotto su 719 persone di età compresa tra i 12 e gli 80 anni d’età che presentavano i primi sintomi del raffreddore. I volontari sono stati divisi in tre gruppi: il primo non aveva assunto nessuna pillola, il secondo aveva preso un placebo e il terzo invece una pillola di echinacea. I gruppi sono stati monitorati due volte al giorno per circa una settimana. Alla fine dell’esperimento, il terzo gruppo ha riferito di aver avuto un raffreddore di durata inferiore rispetto agli altri gruppi, ma la differenza di durata (tra le 7 e le 10 ore) – per i ricercatori – era statisticamente irrilevante.
“Questo studio – fanno sapere gli studiosi – suggerisce che l’assunzione di echinacea non fa differenza nella lunghezza o nella gravità del raffreddore comune”. La ricerca che confuta i dati di un precedente studio secondo cui l’echinacea risulterebbe efficace contro i sintomi del raffreddore, è stata pubblicata sulla rivista Annals of Internal Medicine.


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