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Bruciore e rigurgito, i primi sintomi

 |  Redazione Sconfini

Le malattie gastriche, genericamente intese come le patologie infiammatorie delle mucose dei vari tratti dell'apparato gastrico, sono considerate conseguenza e sinonimo dello stress emotivo e lavorativo, di uno stile di vita sregolato e logorante.

L'evidenza clinica ha da secoli diagnosticato le varie patologie gastriche e l'approccio fino a pochi decenni fa era soprattutto chirurgico. Attualmente i progressi in campo gastroenterologico, avvalendosi di nuovi farmaci, di indagini endoscopiche e di laboratorio mirate, e di un'efficace prevenzione primaria, hanno "rivoluzionato" l'approccio terapeutico e la prognosi.

 

"Le manifestazioni cliniche di queste patologie infiammatorie sono numericamente numerose - afferma il dottor Fabrizio Briganti Piccoli, chirurgo generale ed endoscopista della Casa di Cura Salus di Trieste - e in ordine di diffusione abbiamo il reflusso gastroesofageo, la gastrite, l'ulcera duodenale e gastrica".

bruciore di stomaco 

Perché le patologie gastriche sono così diffuse?

"I fattori che contribuiscono a renderle tanto diffuse sono lo stile di vita caratterizzato da stress emotivo e ritmo quotidiano accelerato, e le abitudini alimentari errate che determinano soprappeso, obesità, diabete. Non vanno però sottovalutati l'abitudine al fumo, l'abuso di alcolici e superalcolici, di bibite gassate e caffè, e non ultimo il danno iatrogeno di farmaci in trattamenti prolungati con FANS e acido acetilsalicilico. Ma fondamentale per definire il quadro clinico e sintomatologico infiammatorio è la presenza nella mucosa gastrica dell'Helicobacter pylori, un batterio spiraliforme, trasmissibile in ambito familiare, molto diffuso e dotato di alta variabilità e virulenza. La scoperta di questo batterio nei primi anni Novanta (e la sua correlazione con la malattia) ha cambiato la prognosi delle malattie infiammatorie rispetto al passato remoto. In genere, è più favorevole perché l'approccio terapeutico farmacologico, se tempestivo e mirato, è efficace e risolutivo. Efficace e risolutivo per la sintomatologia e l'eradicazione dell'infezione batterica, e preventivo per la possibile trasformazione dello stato infiammatorio acuto in cronico, metaplastico e pre-neoplastico. Questa trasformazione anatomo-patologica era in passato meno contenuta e portava i pazienti quasi inevitabilmente sul tavolo chirurgico".

 

Quali sono i sintomi da non sottovalutare mai?

"Pirosi o bruciore e rigurgito (quotidiano o saltuario) sono i primi e generici sintomi dovuti all'esposizione della mucosa esofagea, normalmente alcalina, all'acido risalente dallo stomaco. La gravità della sintomatologia riferibile al reflusso gastroesofageo, che può consistere anche in dispepsia, disfagia, eruttazioni e ipersalivazione, è correlata alla quantità di acido refluito nonché alla frequenza e durata dell'esposizione. Questo quadro non deve allarmare in modo ingiustificato il paziente ma portarlo tempestivamente dal proprio medico di fiducia, valutare con lui il cambiamento di alcune personali abitudini alimentari e di stile di vita favorenti la patologia, alcune possibili predisposizioni o familiarità, e instaurare il primo livello di terapia farmacologica che consiste in antiacidi, H2-antagonisti, e inibitori della pompa protonica (IPP). Se dopo un certo tempo la sintomatologia non recede, s'impone una diagnostica mirata. Questo approccio è fondamentale per un intervento tempestivo nella prima fase acuta della malattia, per prevenire la possibile evoluzione in esofagite o ancora in esofago di Barrett. L'esofago di Barrett è un disturbo più grave che si può presentare in individui geneticamente predisposti, nei quali l'epitelio della mucosa non è solo infiammato ma presenta caratteristiche metaplastiche, cioè modificate. In questi casi si effettua un monitoraggio continuo e ripetuto per escludere la trasformazione neoplastica".

 

Quali metodi utilizza la diagnostica mirata e di laboratorio ai fini di una diagnosi certa?

"Si avvale principalmente di due metodi: la ricerca dell'avvenuto contatto con l'Helicobacter pylori e la visualizzazione endoscopica della mucosa del primo tratto gastroenterico mediante esofagogastroduodenoscopia o EGDS (sono le più attuali videoendoscopie, meno invasive e meglio tollerate grazie al minor calibro e alla migliore flessibilità dell'endoscopio). La stessa indagine endoscopica può essere completata da biopsia o prelievo di tessuto per la ricerca di eventuali lesioni mucose (esofagee, gastriche o duodenali) macroscopicamente sospette, al fine di una migliore classificazione anatomo-patologica. La ricerca del batterio può seguire anche un metodo non invasivo su campione fecale, oppure su prelievo ematico, o mediante breath test".

 

Classificate le lesioni, si pianifica la terapia farmacologica...

"La terapia farmacologica, basata su IPP, se tempestiva e attuata con scrupolo, porta alla guarigione della stragrande maggioranza delle diverse patologie gastriche. Laddove il paziente risulti positivo all'Helicobacter pylori, verrà attuata la specifica terapia eradicante, antibiotica. Questa profilassi porta alla remissione e guarigione della sintomatologia. La localizzazione dell'infiammazione non è da sottovalutare per scongiurare la modificazione della mucosa fino alla formazione dell'ulcera gastrica o duodenale, le eventuali complicanze quali stenosi o emorragie, le lesioni pre-neopalstiche, ossia lesioni che potrebbero evolvere in neoplasie. In particolare, se la gastroscopia rivela la presenza di epitelio metaplastico di Barrett, il protocollo terapeutico impone il monitoraggio con controlli endoscopici per escludere la trasformazione maligna".

 

Si ricorre ancora alla terapia chirurgica?

"Rispetto a 30 anni fa, le malattie gastriche infiammatorie finiscono molto meno sul tavolo operatorio. Il normale protocollo diagnostico-terapeutico, se tempestivo e mirato, evita le complicanze che più frequentemente imponevano il trattamento chirurgico, come la stenosi infiammatoria e l'emorragia gastrica. L'eradicazione definitiva dell'infezione batterica è la condizione che, oltre a scongiurare le recidive (a meno di reinfezione, rara ma possibile), presuppone la non trasformazione cronica e maligna".

 

Quali regole sono necessarie per mantenere una buona qualità digestiva o per recuperarla?

"Le regole da seguire sono quelle solite, che prevedono un'alimentazione equilibrata, sobria, senza eccessi (soprattutto per alcool e fumo), per prevenire obesità e diabete. Non sottovalutare l'uso prolungato di farmaci antinfiammatori ad effetto lesivo sulle mucose. Ridurre le fonti di stress lavorativo, emotivo e i ritmi quotidiani, privilegiando le attività motorie e sportive. Quando in caso di malattia gastrica venga pianificata la terapia farmacologica, se ne deve osservare la posologia soggettiva con scrupolo, protraendola nel tempo a discrezione del medico curante. I farmaci sono efficaci e con scarsi effetti collaterali".

Ignazia Zanzi

 

 

 

 

 


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