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Malattie veneree: per evitarle bisogna prima conoscerle

 |  Redazione Sconfini

Allorché si parla di malattie sessualmente trasmissibili è facile commettere due grossi errori: il primo consiste nel credere che questa categoria di patologie includa esclusivamente l’AIDS; il secondo nasce dalla convinzione secondo la quale se per un certo periodo di tempo i mass media non affrontano questo argomento, queste malattie risultano diminuite o addirittura sconfitte.


È assolutamente necessario sfatare queste false credenze per cercare di combattere un preoccupante fenomeno che invece, secondo quanto rilevato dalle ultime statistiche e dai più autorevoli studi in materia provenienti da tutto il mondo, sembra essere in forte crescita. Uno studio condotto presso gli istituti di ricerca dell’Università di Washington ha registrato un notevole aumento di casi di clamidia, gonorrea e sifilide, con tassi di crescita che si aggirano tra il 4% e il 14%, e con una grande quantità di nuovi casi che sembrano essere resistenti alla cura antibiotica. Secondo quanto rivela il quotidiano francese Le Figaro, che cita il bollettino epidemiologico settimanale, l’aumento dei casi di infezioni di gonorrea in Francia risulta essere del 50% l’anno, valore che sale al 62% per quanto riguarda l’incidenza di casi di clamidia e che risulta notevolmente aumentato anche per quanto riguarda la diffusione della sifilide, patologia che fino allo scorso decennio sembrava essere praticamente scomparsa.


Anche dal nostro Paese provengono notizie poco rassicuranti: secondo una ricerca condotta dal Centro Artes (Assisted reproduction techniques and endoscopic surgery) di Torino, specializzato nella cura e nel trattamento della sterilità di coppia, in Italia emerge un vero e proprio boom di malattie veneree e problemi di infertilità, con una marcata incidenza della sifilide (+320,3%) e della gonorrea (+33,3%) in particolare tra la popolazione più giovane, che tende a consultare il medico solo in casi estremi, preferendo affidarsi ai consigli di amici e conoscenti. “I giovani in generale – spiega il dottor Alessandro Di Gregorio, medico dell’équipe del Centro Artes – sono poco informati sulle malattie sessualmente trasmissibili. Mentre però le ragazze sono più abituate, sia dalle madri sia dai medici di base, a recarsi dal ginecologo, i ragazzi risultano meno informati, probabilmente perché nel maschio italiano c’è una certa reticenza a recarsi dal dottore per problemi legati all’apparato sessuale, dati i pregiudizi per i quali l’infertilità è un problema esclusivamente femminile”.


Fare chiarezza, quindi, è quasi un obbligo, specialmente ora che siamo nel periodo estivo, durante il quale è più facile fare nuovi incontri ed esporsi al contagio. In questo delicato ma importantissimo compito ci aiuta il dottor Walter Zorzetto, medico di medicina generale specializzato in farmacologia.


Come mai sono in aumento le malattie sessualmente trasmissibili nel nostro Paese?

“Negli ultimi tempi – risponde Zorzetto – c’è stata una ripresa nella diffusione della sifilide, la cui presenza sembrava essere diminuita da qualche decennio ma che ora sembra aver ripreso piede a causa di diversi fattori, il primo dei quali è costituito dal dilagare della prostituzione operata da individui per lo più stranieri che agiscono senza riguardo per la salute propria e quella degli altri, immigrati costretti ad esercitare tale attività in schiavitù e approdati nelle strade italiane dopo essere stati eradicati violentemente dalla realtà in cui vivevano ed essere stati trascinati in una società nella quale non trovano alcuna collocazione. Questo fenomeno risulta poi notevolmente aggravato anche dal fatto che per una serie di fatti contingenti sono venute a mancare delle strutture come i consultori dermoceltici, centri istituiti nel dopoguerra allo scopo di fornire delle prestazioni gratuite, rapide e mirate, ove operavano medici specialisti che risultavano essere particolarmente validi nell’assistenza delle prostitute. A altciò si aggiunge il fatto che fino a qualche tempo fa vi era una maggiore presenza di persone che si prostituivano per libera scelta, e che quindi avevano tutto l’interesse a tutelare la propria salute; senza contare poi che la chiusura delle case chiuse ha abolito delle strutture in cui l’esercizio della professione doveva sottostare a determinate regole igieniche e sanitarie. È brutto da affermare ma, alla luce di quanto sta accadendo oggi, sembra che nel passato questa realtà fosse decisamente migliore dal punto di vista sanitario”.


La presenza di queste patologie, quindi, è strettamente legata al mondo della prostituzione?

“Questa fascia di popolazione risulta essere senz’altro quella in cui vi è una maggiore incidenza di tali patologie, ma è di fondamentale importanza precisare che, dopo i cambiamenti sociali avvenuti negli anni ’70, le malattie veneree hanno conosciuto una diffusione talmente ampia da interessare l’intera società. Nessuno quindi può considerarsi totalmente immune dal rischio di contagio”.


Quali sono le malattie veneree più diffuse?

“Le malattie più importanti sono costituite dalle uretriti (gonococciche e non gonococciche), dalla sifilide e dalle epatiti B e C. Le prime sono caratterizzate dall’azione di germi responsabili dell’infiammazione delle vie urinarie terminali e determinano nell’uomo sintomi come bruciore, dolore, prurito alla minzione e presenza di pus nelle urine, mentre nella donna si manifestano infiammando i genitali interni come il collo dell’utero e le tube dove creano cicatrici responsabili di fenomeni di infertilità. La sifilide è invece causata da un germe che penetra nel fisico attraverso piccole lesioni; sintomo tipico di questa malattia è la presenza di un’ulcera non dolorosa nel punto in cui è avvenuto il contagio, la quale può guarire in pochi giorni lasciando il posto a sintomi come febbre, inappetenza, rigonfiamento dei linfonodi e arrossamento delle palme delle mani e dei piedi. Se non curata la malattia permane nell’organismo e, anche a distanzi di anni, può manifestarsi con sintomi sempre più gravi, come manifestazioni dermatologiche, complicazioni cardiovascolari (in particolar modo a carico dell’aorta) e patologie che interessano il sistema nervoso centrale (attacchi epilettici, demenza e addirittura paralisi). Per quanto riguarda le epatiti, è importante precisare che si tratta di patologie riconducibili solo indirettamente alla categoria delle malattie sessualmente trasmissibili, in quanto possono essere trasmesse attraverso i fluidi corporei come il sangue, la saliva, lo sperma e le secrezioni vaginali. Particolarmente diffuse tra i tossicodipendenti, sono causate da un virus che colpisce e danneggia il fegato determinando febbre, inappetenza, stanchezza, ingrossamento della zona epatica e ingiallimento del colore della pelle (ittero). Negli ultimi tempi si sono poi diffuse delle patologie minori rispetto alle principali, ma non meno gravi di quest’ultime: tra esse è importante ricordare soprattutto l’infezione causata dal papilloma virus, responsabile di tumori al collo dell’utero, e verso la quale si stanno mettendo in atto delle campagne di vaccinazione”.


Qual è la cura per queste malattie?

“Escludendo l’infezione da papilloma virus, per la quale non esiste una cura ma vi è solo la vaccinazione, le malattie veneree vengono curate con antibiotici, scelti opportunamente dal medico in base all’infezione da combattere. Le epatiti guariscono spontaneamente nei casi più lievi, altrimenti vengono curate con riposo e opportune cure mediche costituite da farmaci antivirali. Attualmente l’epatite B dispone sia di un vaccino che di una cura specifica, mentre per l’epatite C non esiste un vaccino ma solo una profilassi curativa per le forme croniche. In tutti i casi è molto importante ricordare che il successo della terapia dipende dalla possibilità di intervenire in tempo, dall’uso di cure opportune e dal controllo del paziente”.


Quali sono i consigli da seguire per difendersi dal contagio?

“Le avvertenze riguardano innanzitutto la scelta del partner: per evitare di contrarre qualsiasi malattia sessualmente trasmissibile bisogna cercare innanzitutto di mantenere delle relazioni con un partner stabile ed arrivare con esso all’intimità sessuale solo quando si sia potuto raggiungere un grado di conoscenza che possa garantire fiducia, tranquillità e sicurezza. La scelta del partner è fondamentale perché più due persone sono legate mediante un rapporto basato sulla stabilità e sull’affetto, più saranno sicure di non correre rischi. Oltre a tenere questo comportamento, che ripeto costituisce il primo passo per difendersi dal contagio, è di fondamentale importanza l’uso di metodi contraccettivi di barriera, ossia del preservativo: si tratta, infatti, dell’unico metodo in grado non solo di evitare gravidanze indesiderate ma anche di proteggere dalle malattie sessualmente trasmissibili. Attenzione però ad usarlo correttamente: il preservativo non deve rompersi durante l’uso e inoltre deve essere presente in ogni fase del rapporto sessuale, dai preliminari in poi. Non bisogna infine pensare che il rischio sia presente solo per il rapporto sessuale tradizionale, ma è necessario tenere presente che risultano estremamente pericolosi anche i rapporti orali ed anali soprattutto perché nelle alte cavità corporee i sintomi delle malattie possono passare inosservati più facilmente. Qualora si creda di essere stati contagiati – conclude Zorzetto – è molto importante rivolgersi tempestivamente al proprio medico, senza vergogna o disagio: solo in questo modo sarà possibile verificare il proprio reale stato di salute e ricevere i consigli più opportuni per superare ogni eventuale difficoltà”.

Francesca Fogliato

 


In collaborazione con Help!

 


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