L'eco e le conseguenze per l'omicidio di Ivo Pukanic, assassinato in un attentato a Zagabria lo scorso 23 ottobre, continuano a scuotere le coscienze croate. E a far balenare su molte importanti testate giornalistiche locali congetture inizialmente imprevedibili e di valenza internazionale.
Ivo Pukanic era infatti un influente giornalista del Nacional, settimanale di cui era direttore e proprietario. Con i suoi scoop, ad esempio, aveva fatto luce sul coinvolgimento del Presidente montenegrino Milo Djukanovic nel commercio di contrabbando, mentre sconcerto aveva suscitato la sua intervista in esclusiva con il Generale Ante Gotovina, ricercato dal Tribunale dell'Aja. Un presenza molto ingombrante la sua, sullo scacchiere dell'informazione balcanica, invisa anche a molti colleghi, che gli imputavano rapporti poco trasparenti con potenti personaggi politici e dei servizi segreti.
La malavita croata, serba e montenegrina non era felice delle sue inchieste e per questo motivo le indagini coordinate dalla polizia croata e da quella serba, si sono presto orientate verso alcuni sospetti, in particolare Sreten Jocic (detto Joca Amsterdam), considerato il capo mafia più pericoloso implicato nel traffico di droga nei Balcani. Sono state arrestate infatti 10 persone, alcune delle quali riconducibili proprio ad "Amsterdam" in particolare Svetozar Durovic, Milenko Kuzmanovic, e Robert Matanic, fermati presso la frontiera tra Croazia e Serbia sprovvisti di documenti di identità originali.
Le indagini vanno avanti, tra tante supposizioni, in grado anche di spostare il tiro: intanto infatti si è venuto a sapere che il giornalista ucciso era un testimone chiave del processo ai danni di Stanko Subotic Cane - altro boss della malavita locale - e Milo Djukanovic (escluso dalle indagini per l'immunità diplomatica e per questo possibile mandante) relativo a un traffico di sigarette.Tra i testimoni c'era anche Dusko Jovanovic, direttore del settimanale Dan, a sua volta ucciso in un agguato nel maggio 2004. Tasselli di un mosaico o semplici casualità?
La situazione è confusa e contraddittoria anche perché nei balcani esistono varie organizzazioni criminali molto violente e di stampo mafioso che si spartiscono il territorio e i traffici, ma confidando di fare il salto di qualità e diventare organizzazioni dagli interessi internazionali.
A fare le spese di queste forti tensioni, del dilagare della criminalità e di questi omicidi misteriosi potrebbe essere proprio l'ingresso della Croazia nell'Unione Europea. Questo almeno secondo il quotidiano Vecernji List, secondo cui il cammino della Croazia potrebbe essere compromesso agli occhi di Bruxelles, ma nello stesso tempo si chiede perché non si vigili con altrettanto zelo anche sull'Italia, dove i morti di mafia sono triste cronaca quotidiana.
Insomma, l'ipotesi ancora senza una vera base realistica è che l'adesione di Zagabria, prevista per il 2009, potrebbe slittare di tre anni e arrivare assieme a quelle di Bosnia e Serbia, proprio come chiedono le potenti lobby balcaniche. La storia si ripete: dopo la Jugoslavia senza Slovenia, ecco l'Europa con la Slovenia ma senza il resto della ex Jugoslavia.