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Discriminati alla nascita: lo strano caso dei nati nel 2014 e della smemorata Serracchiani

 |  Redazione Sconfini

Una nuova discriminazione tipica dell'Italia contemporanea si può rintracciare nientemeno che tra i più indifesi tra i cittadini italiani (esodati a parte): i neonati.

La storia che vi raccontiamo è significativa perché insegna tre cose: la prima è che anche loro, per la politica, sono oggetti, merce di scambio elettorale; la seconda è che sulla loro pelle, e su quella dei relativi genitori, i politicanti di turno che in questo periodo, fino a un nuovo leader, si fanno chiamare "renziani" sono disposti a fare di tutto. Anche a umiliare le famiglie pur di prendere un voto in più; la terza è che nella vita ci vuole culo fin dalla nascita, perché se nasci in un anno in cui sono previste importanti elezioni ci sono maggiori possibilità che il voto dei tuoi genitori sia comprato da chi tiene in mano i cordoni della borsa.

neonatiL'emblema di questa traiettoria discriminatoria è la regione Friuli Venezia Giulia, governata dall'aprile 2013 da Debora Serracchiani. Nel suo programma elettorale (scaricabile qui) non è presente alcun riferimento all'abolizione del bonus bebé, fino a tutto il 2013 in vigore nella sua Regione, mentre sono presenti una serie di proposte molto allettanti per l'elettorato di sinistra che in linea teorica avrebbe fatto bene ad appoggiare la sua candidatura: abolizione del ticket di 10 euro nelle prestazioni sanitarie, reintroduzione del reddito di cittadinanza, favorire i disabili, promuovere la medicina, curare gli anziani, i non autosufficienti, intensificare la prevenzione sociale ecc.

Pochi mesi dopo essere entrata in carica ha invece lasciato di stucco le future madri (molte delle quali già in dolce attesa) e i pazienti degli ospedali: non ci sono fondi né per proseguire l'erogazione una tantum del bonus bebé (circa 600 euro per le primipare e 810 euro per i secondi figli) né per abolire il ticket. Del reddito di cittadinanza non ne parliamo. Ridicole le motivazioni: meglio dare servizi che dei soldi abbandonando le famiglie a loro stesse. Evidentemente a qualcuno le regole in corsa si posso cambiare. Per i poveracci non ci sono diritti acquisiti.

Dopo qualche mese ecco abbracciare il renzianesimo più ortodosso (prima la Serracchiani era convintamente bersaniana) e diventare adesso una paladina dell'erogazione del bonus bebé spalmato su ben 3 anni: 80 euro al mese (formula magica per comprare voti dagli italiani alla canna del gas) per tre anni a tutte le mamme, poi diventate solo quelle che presentavano un ISEE modesto. Per la Serracchiani ora è un'ottima idea.

Tutto normale (forse) in un Paese in cui la stessa persona può dire "Sì" un giorno, "No" il giorno dopo e invece di decadere nell'oblio, acquisisce un'altra poltrona o aumenta il proprio prestigio politico, ma estremamente triste. Bisogna nascere oltre che col cognome e le amicizie giuste, anche nell'anno giusto cari neonati italiani; ci vuole culo anche in questo, altrimenti farete prima degli altri la conoscenza di un mostro chiamato Italia.

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