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Il prezzo di una gerontocrazia ingorda e perversa

 |  Redazione Sconfini

C'è un velato profumo di contrappasso nel tragico andamento economico del mercato interno italiano.

 

Si distingono i lamenti dei costruttori di case che piangono perché nessuno compra più case (-47% di mutui nel primo trimestre 2012), i vagiti dei produttori di elettrodomestici che si lamentano perché nessuno compra più i loro prodotti, la protervia di Marchionne che vede scendere verso lo zero assoluto le vendite in Europa e che perde costantemente quote di mercato addirittura in Italia, lo stupore dei direttori di giornali e giornalaccci distribuiti in edicola e che vendono un terzo di quanto vendevano 10 anni fa, la frustrazione dei commercianti che vendono la metà di quanto progettavano di vendere al momento di fare gli ordini, si vedono le braccia incrociate dei benzinai (specie quelli di confine) che erogano, come a Trieste, l'80% di carburante in meno rispetto a un lustro fa, la spocchia degli avvocati che si lamentano perché i clienti non pagano, le lacrime degli operatori turistici che si trovano con spiagge vuote, bar semideserti e camere libere anche a Ferragosto e così via per un elenco ormai infinito di lamentele e recriminazioni.

Nessuno di loro che si chieda perché accade questo? Nessuno è in grado di capire perché la domanda del mercato interno è crollata al punto di rompere quei solidissimi e tradizionali equilibri economici che reggevano l'intero impianto finanziario locale?

Tutto deriva, come sempre, dal fatto che quasi tutte le decisioni importanti e i ruoli direttivi sono in mano ad una gerontocrazia che vive in un '900 che radicata nell'800 piuttosto che protesa verso il XXI secolo. Vecchi babbioni rincoglioniti che nel migliore dei casi non capiscono quello che accade e gli effetti delle loro decisioni e che magari spesso consegnano al raccomandato o leccapiedi di turno l'onore di procedere alla fase esecutiva.

Nell'ostinato e pervicace tentativo di arricchirsi a dismisura, questa gerontocrazia ha creato e sfruttato una serie interminabile di tattiche, leggi e subdoli ritrovati burocratici per mettere in ginocchio i loro figli e i loro nipoti, ovvero quelli che avrebbero ora il diritto di lavorare e spendere i frutti del loro sudore consentendo una sana circolazione del denaro, che invece questi anziani pervertiti continuano ad accumulare e a nascondere per paura di essere beccati.

La ricchezza infatti se si ferma in un conto corrente in Lussemburgo è come se non esistesse, se invece circola tra la popolazione genera altra ricchezza

Quante lavatrici avrebbero comprato gli operai della Fiat che hanno perso il lavoro in questi ultimi anni?

Quante case avrebbero comprato i giornalisti qualora fossero stati regolarmente assunti invece che costretti a lavorare per 5 euro ad articolo con improbabili contratti co.co.pro?

Quanti avvocati sarebbero stati pagati se i clienti vittime di mobbing o coloro che sono in causa per incassare un credito, magari nei confronti dello Stato, fossero stati risarciti in fretta?

Quanta benzina in più sarebbe stata acquistata alle nostre pompe se le accise non fossero così esagerate e i petrolieri non facessero cartello?

Quante vacanze in più avrebbero fatto gli italiani se non avessero dovuto pagare l'Imu e le aziende l'acconto sui presunti guadagni del PROSSIMO ANNO e se non ci fosse a piede libero uno come il sottosegretario Polillo (oltre 9mila euro di pensione al mese)?

Quanti giornali in più sarebbero stati venduti in più se le imprese manufatturiere non avessero chiuso ed esportato in Polonia, Serbia o Romania la produzione?

Prima hanno preso i giovani, precarizzandoli e schiavizzandoli, togliendo loro tutele e diritti, poi i pensionati, bloccandone l'aumento della pensione, poi ai pensionandi allungando i tempi per il pensionamento, poi ai "garantiti" violentando l'articolo 18, ora si sale di livello. Prima o poi toccherà a tutti. La cinesizzazione del lavoro è irrefrenabile. Quando si arriverà in fondo, partiranno gli elicotteri con il bottino.

La verità è che questa situazione è colpa di tutti questi aguzzini (mandanti ed esecutori). Di tutti coloro che hanno stretto il cappio della semi-disoccupazione (ovvero hai modo di lavorare ogni tanto ma quasi gratis e quello che guadagni lo riconsegni in tasse, bollette, acconti, addizionali, aumento dei prezzi) un'intera generazione che ha una sola speranza: radere al suolo entro pochi mesi questa gerontocrazia accattona e tirannica.

Meglio se con le buone maniere.

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