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La Cei ancora contro Berlusconi e Feltri: avvertimento mafioso

 |  Redazione Sconfini
feltri
vittorio feltri
Seppur a malincuore dobbiamo occuparci della squallida vicenda che coinvolge il giornalista al soldo di Silvio Berlusconi, ora direttore de Il Giornale dopo la "brillante" e recente direzione di Libero, Vittorio Feltri, e l'intera Conferenza Episcopale Italiana scesa in campo prima per deprecare (con toni fin troppo diplomatici a dir la verità) la vita pubblico-privata del Cavaliere, sorpreso a intrattenersi con prostitute, frequentare minorenni oltre che ad essere stato giudicato corruttore (in primo grado) di testimoni.

Finché a far rimbalzare addosso al premier i suoi stessi liquami privati e giudiziari era la cosiddetta "stampa comunista" il tutto si è risolto con una serie di battutine e minacce (solo apparentemente) puerili, ma se la Chiesa volge le spalle a Berlusconi le cose iniziano ad andare male, sempre più male per Berlusconi che in Libia sta già (secondo i più maligni) attrezzandosi per un lungo esilio in perfetto stile Bottino Craxi. D'altra parte l'allievo ha già superato il maestro da un pezzo.

Ma torniamo al punto: la Chiesa, anche se gli editoriali dei suoi giornali sono letti da pochissimi, sono potenti strumenti di orientamento politico per le masse dei fedeli. Se questi ultimi, bontà loro, dovessero finalmente rendersi conto che in gran parte hanno dato i loro voti ad un anziano pervertito, per di più in odor di mafia, volgerebbero immediatamente le spalle all'uomo più potente d'Italia.

Il rifiuto ("non possumus") di regalare la perdonanza a Berlusconi ha fatto scatenare la reazione del premier che ha immediatamente impartito l'ordine a uno dei servi più fedeli, Feltri appunto, di smascherare Dino Boffo un (presunto) gay che ha diretto fin qui nell'anonimato più assoluto l'Avvenire e che (in un'inchiesta giornalistica che mescola indiscutibili verità e documenti falsi) sembra aver patteggiato un'accusa di stalking qualche anno fa.

E così, dopo l'avventata mossa di citare in tribunale Repubblica per le sue 10 domande rimaste inevase a proposito della relazione "intima" tra il Cavaliere (già da tempo zimbello internazionale e soggetto di programmi comici in tutto il mondo occidentale) e l'allora minorenne Noemi Letizia, Silvio resta sempre più solo, abbandonato anche dalla Chiesa oltre che da fette crescenti dell'opinione pubblica in un duro scontro frontale.

Oggi le parole più "spettacolari" della Cei portano la firma di monsignor Mogavero che, a proposito dell'informativa anonima e farlocca pubblicata da Feltri parla di "avvertimento che io da siciliano definirei di tipo mafioso". A spiegare le bugie di Feltri è anche il giudice di Terni il quale ha confermato che la "velina" utilizzata da Il Giornale di Feltri per la Giustizia non esiste e non è mai esistita, così come nessuna nota ufficiale che riguardi l'orientamento sessuale di Boffo. Il gip si sta occupando della vicenda essendo stato chiamato a decidere in merito alle richieste di accesso agli atti presentate da diversi giornalisti.

Possibile che Berlusconi non fosse al corrente di questa inchiesta farsa? E soprattutto, la strategia dei servi del premier, che prevede di soddisfare l'equazione: sono tutti un po' maniaci sessuali = il premier ha disturbi simili = è normale che sia così, sarà vincente e permetterà a Berlusconi di tirarsi fuori da questo mare di letame?


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