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Inciucio: ultima speranza per Berlusconi

 |  Redazione Sconfini

senato“Il ministro della Giustizia Angelino Alfano è rientrato in anticipo dalle vacanze e ha subito raggiunto il consigliere giuridico del premier, l’avvocato Niccolò Ghedini, che lo attendeva a Villa San Martino. La prima riunione dell’anno insieme a Silvio Berlusconi è servita dunque a mettere a punto l’agenda 2010 sulla giustizia che,nei piani del presidente del Consiglio, prevede tappe forzate da qui ai prossimi 60 giorni. ‘Se il processo breve e il legittimo impedimento non venissero approvati nei due rami del Parlamento entro febbraio, le conseguenze politiche non sarebbero indolori’, avrebbe ripetuto Berlusconi davanti ai suoi collaboratori”. (Corriere della Sera, pag.9 del 06/01/2010).

 

 Vi sembra normale che il ministro della Giustizia (ex segretario personale del premier) e un deputato della repubblica (avvocato del premier) si ritrovino nella residenza privata del premier per discutere di importantissime leggi che prevedono anche modifiche costituzionali con il solo fine di salvare il premier dai processi penali che si sono riaperti a suo carico dopo la bocciatura del lodo Alfano? Secondo il Corriere della Sera è tutto normale. Ormai le cose si fanno alla luce del sole, non servono sotterfugi.

Ed è normale che il premier con tono mafioso dica che se queste leggi non passano entro febbraio ci saranno conseguenze politiche non indolori? Ma sì, è tutto normale. Nessuno obietta nulla, l'opinione pubblica è cloroformizzata, i Tg sono impegnati a spiegare come far fare la dieta ai gatti e ai cani, ad analizzare i movimenti dei concorrenti nella casa del Grande Fratello, a mostrare qualche culo e un paio di tette di qualche velina di turno oppure a cucinare qualche prelibata ricetta tradizionale.

Nel frattempo in Parlamento (o meglio, nelle residenze private di Berlusconi) si lavora a tappe forzate per salvare il didietro al capo: legittimo impedimento e processo breve in primo luogo, ma anche immunità parlamentare.

Nell'attuale procedura penale il legittimo impedimento è la condizione nella quale si possono trovare testimoni e periti allorquando non possano partecipare all'udienza, alla quale sono obbligati a partecipare, pena sanzioni pecuniarie ed accompagnamenti coattivi. L'impedimento per essere legittimo dev'essere comprovato, dimostrato (malattia, analogo impegno concomitante ecc.). Ciò determina il rinvio dlel'udienza.
Il legittimo impedimento non è riconosciuto all'imputato, poichè egli all'udienza può anche non partecipare, l'udienza andrà avanti lo stesso anche senza di lui, che sostanzialmente delega all'avvocato tutto; si parla in genere di contumacia.
Il premier spinge affinchè il legittimo impedimento venga anche riconosciuto all'imputato il quale, se malato o gravato da impegni inderogabili, ed i suoi sostanzialmente lo sono, può determinare il rinvio del processo. Ovviamente portare i suoi processi in prescrizione con l'uso spregiudicato del legittimo impedimento grazie al contemporaneo aiuto del processo breve (cioé l'obbligatoria fine di un procedimento penale entro dei limiti molto ridotti) sarebbe un gioco da ragazzi e così addio ai processi Mills, Mediaset ecc.

Il "Piano B" sarebbe rappresentato dalla reintroduzione dell'immunità parlamentare: tutti i parlamentari sarebbero immuni a qualsiasi procedimento penale e così potrebbero per l'eternità continuare a delinquere e auto-nominarsi deputati e senatori in virtù dell'antidemocratica legge elettorale (il cosiddetto porcellum) attualmente in vigore.

Per alcune di queste leggi, però, è necessario varare un legge costituzionale, poiché la Consulta altrimenti boccerebbe nuovamente una legge come il processo breve e molto probabilmente anche il legittimo impedimento. E per varare una legge costituzionale viene in soccorso alla Patria l'art.138 della Costituzione:

Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione.

Le leggi stesse sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. La legge sottoposta a referendum non è promulgata, se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi.

Non si fa luogo a referendum se la legge è stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti.

A Berlusconi serve assolutamente quindi avere i 2/3 dei voti in Parlamento per salvarsi dalle probabilissime condanne (il processo Mills in primo grado e in Appello lo vedono già virtualmente condannato), poiché il ricorso al referendum popolare (senza necessità di quorum!) vedrebbe queste porcate essere senza ombra di dubbio incenerite dalla volontà dei cittadini. L'unica via è quindi quella di convincere quanti più deputati possibile del Partito Democratico e dell'Udc a varare queste leggi, spacciate per "riforma della Giustizia".

Ma a questo punto serve spiegare un passaggio importantissimo anche se fin troppo poco discusso: i Padri Costituenti avevano pensato ad uno sbarramento dei 2/3 perché il sistema elettorale era un proporzionale puro e quindi il 67% dei senatori e dei deputati rappresentavano il 67% degli elettori.

Ora però il sistema elettorale è cambiato (in peggio) e con i premi di maggioranza riservati su base regionale (al Senato) e su base nazionale (alla Camera) è possibile avere un numero di parlamentari vicini al 60% pur avendo un consenso ben al di sotto del 50%. E' proprio il caso dell'Italia di oggi. Alla Camera la coalizione Pdl-Lega Nord-Mpa ha collezionato il 46,8% dei voti totalizzando 344 seggi su 615 ovvero il 56% dei seggi.

Per avere il 67% dei voti per varare la legge costituzionale blindata basterà "convincere" un'altra sessantina di deputati (o far in modo che non siano presenti al momento del voto, come accadde per l'approvazione dello scudo fiscale) della cosiddetta opposizione, ovvero un piccola parte dei 282 deputati di Pd-Udc-Idv. Vi renderete facilmente conto che l'apporto di questi collaborazionisti non rappresenterà mai il 67% degli elettori anche sommando il 47% scarso della maggioranza.

Discorso molto simile per il Senato: con il 47,3% dei consensi la coalizione del centrodestra si è aggiudicata 174 seggi su 315 (cioé il 55,2%) in virtù dei premi di maggioranza calcolati su scala regionale. Anche in questo caso, nonostante l'impresa sia un po' più dura, basterà "convincere" una quarantina di senatori ed il gioco sarà fatto!

E' l'inciucio, promosso anche da D'Alema, l'ultima chance per Berlusconi?

Ma siamo sicuri che la volontà dei Padri Costituenti sarà rispettata? Se le cose stanno così si potrà varare una legge costituzionale blindata e a prova di cittadini con una rappresentatività appena superioriore al 50%.

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