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Lega ladrona: il figlio di Bossi condannato a un anno e 8 mesi

 |  Redazione Sconfini

Ah i bei tempi della Lega Nord. Quando tutta andava bene, i treni erano puntuali, la Padania era a un passo, la Secessione, il celodurismo di Umberto Bossi, i finti Ministeri in Brianza.

Ora è tempo di vedere quali e quanti nodi vengono al pettine. Eh sì perché nel caso non ve ne foste accorti e non godiate di buona memoria la famiglia Bossi è stata detronizzata per una serie spericolata di affari strampalati (residence in Croazia o Banche del Nord) miseramente falliti, investimenti in Africa, lingotti d'oro, corone norvegesi, fondi pubblici fagocitati chissà dove, lauree per il Trota comprate in Albania e vizi dell'altro figli del Sénatur, Riccardo.

Quest'ultimo è stato oggi condannato dal Tribunale di Milano per appropriazione indebita a un anno e otto mesi. Il giudice, Vincenzina Greco, è andata oltre le richieste dell'accusa (che aveva chiesto un anno). Il giovanotto usava i fondi del Carroccio (i famosi rimborsi elettorali) per spese personali.

Sono stati accertati almeno 158mila euro di soldi pubblici usati tra il 2009 e il 2011 per pagarsi debiti personali, noleggiare auto, pagare le rate dell'Università dell'Insubria, l'affitto di casa, il mantenimento alla ex moglie, luce, gas e veterinario del cane.

Finita la spaventosa mangiatoia a spese dei contribuenti che farà il povero Riccardino? "Adesso Riccardo Bossi è in difficoltà - ha spiegato il suo legale Francesco Maiello - a causa dell'inchiesta ha perso il suo lavoro di pilota di rally e adesso è in cerca di lavoro e fa un po' il procacciatore d'affari con la Russia".

Capito? Sbarcava il lunario facendo il pilota di rally... certo. Il nuovo Colin McRae. Adesso fa il procacciatore d'affari con la Russia. Forse era meglio (anche per il povero Riccardo) che non ne sapessimo niente.

Ma tranquilli. Ora con Salvini la Lega Nord è cambiata. Tutta un'altra cosa. A parte l'arresto di Fabio Rizzi, fedelissimo di Maroni, per un vorticoso traffico di tangenti nella sanità lombarda. Di cui i vertici ovviamente non sapevano nulla.

 


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